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Sandro Pertini: le frasi celebri e la biografia del Presidente

Pertini biografia e frasi

Frasi celebri e biografia di Sandro Pertini, il più amato Presidente della Repubblica Italiana, portavoce costante di solidi principi.

Sandro Pertini, all’anagrafe Alessandro Giuseppe Antonio Pertini, fu il settimo Presidente della Repubblica Italiana. I suoi principi e il suo comportamento, nonché ogni azione volta al miglioramento del nostro Paese, lo hanno reso il Presidente più amato e popolare nella storia della Repubblica Italiana.

Sandro Pertini: le frasi celebri

La fama di Sandro Pertini era dovuta alla sua sincerità nel rapporto coi cittadini italiani. Il Presidente non aveva bisogno di cercare consensi o pensieri simili al suo: gli fu sufficiente essere onesto sin dall’inizio e non voltarsi mai indietro; non cambiare mai idea, rafforzando sempre più ogni singolo valore. Principi forti, che rese chiari sin dal discorso di insediamento del 1978: “Bisogna che la Repubblica sia giusta e incorrotta, forte e umana: forte con tutti i colpevoli, umana con i deboli e i diseredati“.

Grazie a Pertini l’Italia era libera, si affacciava a nuove fasi di sviluppo, di pace. Ogni sua azione, ogni suo atto aveva lo scopo di ricucire il legame tra cittadini e Stato, rappresentando una svolta. Il Presidente credeva nella Repubblica e la difese costantemente con dedizione, perseveranza, esperienza umana. Nel 1979, il messaggio che lascia agli italiani è fiero e sofferto, capace di esprimere la sua straordinaria schiettezza: “Dietro ogni articolo della Carta Costituzionale stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza. Quindi la Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi“.

Sandro Pertini non mancò di rivolgersi anche ai più giovani. Così parlò al termine del 1979: “Giovani, se voi volete vivere la vostra vita degnamente, fieramente, nella buona e nella cattiva sorte, fate che la vostra vita sia illuminata dalla luce di una nobile idea“. Un forte appello motivazionale, in linea con i valori in cui credette per quasi un secolo.

Sandro Pertini: la biografia

Alessandro Pertini nacque a Stella (Savona) il 25 settembre del 1896. Si laureò in scienze sociali e giurisprudenza e si sposò con Carla Voltolina. Alla scoppio della Prima Guerra Mondiale vi partecipò come tenente dei mitraglieri, tra i quali era uno dei più giovani. Dopo il rimpatrio, intraprese il lavoro di forense.

Costretto a otto mesi di carcere nel 1926, seguì una condanna per cinque anni di confino. Non si fece tuttavia catturare, scappando a Milano e poi in Francia dove chiese e ottenne asilo politico lavorando a Parigi. Le condanne giudiziarie inferte dal regime, tra cui anche la pena capitale, furono innumerevoli. Ciò non impedì comunque a Pertini di rimanere fedele ai suoi principi.

Nel 1929 fece ritorno in Italia e venne di nuovo arrestato, processato e condannato dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato a 11 anni di carcere. Dopo aver scontato i primi sette fu spedito al confine per otto anni; successivamente si rifiutò di impetrare la grazia, anche quando fu la madre a inoltrare la domanda. Nell’Agosto del 1943 tornò libero ed entrò a far parte del primo esecutivo del partito socialista. Nel frattempo, però, venne catturato e condannato a morte.

Ma ciò non accadde perché evase dal carcere nel 1944 insieme a Giuseppe Saragat, riuscendo a raggiungere Milano e assumendo la carica di segretario del Partito Socialista in territori occupati dai tedeschi. Successivamente, diresse la lotta partigiana, per cui ricevette la medaglia d’oro al valor militare. Al termine della lotta armata si dedicò al giornalismo e alla vita politica.

Sandro Pertini: la carriera politica

Venne eletto Segretario del Partito Socialista Italiano nel 1945, e fu anche Deputato all’Assemblea Costituente. Nel 1948 gli elettori lo nominarono Senatore della Repubblica e presidente del gruppo parlamentare relativo. Dal 1946 al 1947 fu direttore dell’Avanti e di nuovo dal 1949 al 1951. Assunse la direzione del quotidiano genovese “Il Lavoro” nel 1947. Negli anni 1953, 1958, 1963, 1968, 1972 e 1976 fu Deputato al Parlamento. Nel 1963 divenne Vice Presidente della Camera dei Deputati e, nel 1968 e 1972, Presidente della Camera dei Deputati.

Contro il parere di tutti i gruppi del parlamento, rassegnò le dimissioni a seguito del fallimento della riunificazione tra P.S.D.I. e P.S.I. L’8 Luglio del 1978, con 832 voti su 995, venne eletto Presidente della Repubblica prestando giuramento il giorno successivo. Il 29 giugno del 1985 diede le dimissioni diventando Senatore a vita. Morì il 24 febbraio del 1990 per cause naturali rimanendo nella memoria di tutti come il Presidente più amato, capace di mantenere le sue convinzioni fino alla morte.