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Eugenio Montale: le poesie, le opere e la vita del poeta

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La vita e tutte le opere di Eugenio Montale, uno dei più noti scrittori e poeti della letteratura contemporanea.

Eugenio Montale è uno dei più noti scrittori e poeti della letteratura contemporanea. Vinse anche il Premio Nobel per la letteratura nel 1975. Le sue poesie sono molto amate anche tra i più giovani. Eugenio Montale sviluppa quella che viene chiamata dagli studiosi la poetica dell’oggetto e per questo verrà ricordato nel panorama letterario e culturale come uno dei poeti più importanti.

Eugenio Montale: un riassunto della vita

Nacque a Genova il 12 ottobre 1896 da una famiglia benestante. Per quanto riguarda l’istruzione, anche se con studi irregolari, si diplomò in ragioneria. Nel frattempo lesse tantissimo, in particolare le opere di poeti simbolisti francesi e gli scritti degli Avanguardisti italiani.
Non appoggiò mai il regime di Mussolini tanto che nel 1925 firmò il Manifesto degli intellettuali antifascisti. Qualche anno dopo lascia la Liguria per trasferirsi a Firenze dove dirigerà il Gabinetto Vieusseux da cui, nel 1938, verrà allontanato perché privo della tessera fascista. Un anno dopo andò a convivere con Drusilla Tanzi, detta “Mosca”.

Dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, incominciò a lavorare come giornalista e critico musicale per il “Corriere dell’informazione” e per il noto “Corriere della sera“. Nel 1962 si sposa con la sua amata e, soltanto un anno dopo, restò vedono. Quattro anni dopo venne nominato senatore a vita. Nel 1975, otterrà il premio Nobel per la letteratura e, qualche anno dopo, nel 1981, morirà.

Le opere di Eugenio Montale

Le opere letterarie in prosa di Montale non sono molte, infatti, viene ricordato più per le sue poesie. Le uniche degne di nota sono la Farfalla di Dinard, pubblicata nel 1956.Essa è caratterizzata da racconti brevi dove vengono affrontate le difficoltà del dopoguerra. I racconti sono accompagnati da un umorismo corrosivo e ironico verso la nuova società. Mentre l’altra è Auto da fé, opera pubblicata nel 1966 che racconta le riflessioni culturali e morali. Mentre tra le raccolte di poesie ricordiamo:

  • Ossi di seppia: quest’opera è stata pubblicata nel 1925, mette in risalto le drastiche condizioni umane (il famoso “male di vivere“) e sono ambientate in Liguria;
  • Le Occasioni: questa opera è stata pubblicata nel 1939 e mette in risalto tutti i momenti e i ricordi passati capaci di rendere l’autore consapevole del trascorrere inesorabile del tempo. Un personaggio chiave è Clizia (pseudonimo di un’ebrea americana amata dal poeta, Irma Brandeis) donna angelo in grado di portare verso la salvezza il poeta;
  • La bufera e altro: questa opera è stata pubblicata nel 1956 e mette in luce la tragica situazione portata dalla Seconda Guerra Mondiale. Essa infatti mostra quanto sia difficile ricostruire tutto da capo e così chiede aiuto a Clizia di salvare l’umanità. Questa volta, però, la donna angelo non può fare nulla e così si rivolge a Volpe (acronimo della poetessa Maria Luisa Spaziani) per chiedere una salvezza individuale;
  • Satura, pubblicata nel 1971. Qui il poeta ricorda con amore la moglie scomparsa (Xenia I e Xenia II) e critica statisticamente la società dei consumi (Satura I e Satura II).

In Xenia II è contenuta invece una delle poesie più celebri dell’autore, “Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale“. Questa lirica narra la storia d’amore intensa avuta con sua moglie “Mosca”, chiamata così dal poeta a causa della forte miopia che la costringeva ad indossare lenti alquanto spesse. Montale rimembra i ricordi, i momenti passati insieme e li ricorda con nostalgia mettendo il luce quanto il suo vuoto sia grande e quanto la solitudine lo abbiamo sovrastato dal giorno della sua dolorosa assenza.

Il pensiero e la poetica

Gli scritti di Montale sono caratterizzati dalla poetica dell’oggetto: attraverso l’utilizzo del correlativo oggettivo, gli oggetti esprimono stati d’animo (come il “male di vivere”) e sentimenti. La memoria, il ricordo, lo scorrere del tempo sono fonte di strazio, sofferenza e consapevolezza dell’irrecuperabilità dell’ormai passato. I punti fermi della sua poetica sono, appunto, gli oggetti ma anche la figura femminile. Quest’ultima raffigura la donna angelo, la salvezza (Clizia che è in grado di salvare il poeta dalla “bufera” della Guerra), la vitalità e sensualità (Volpe) e infine il buon senso e l’adattarsi alla realtà (Mosca).

Per quanto riguarda il lessico, Montale utilizza un linguaggio semplice, caratterizzato da parole di uso comune e quotidiano per esprimere la realtà (in Ossi di seppia, infatti il linguaggio scarno descrive il disagio esistenziale) ma non mancano anche termini più ricercati che rendono le liriche più difficilmente comprensibili (come ad esempio nella raccolta letteraria Occasioni). La metrica, invece, risulta tradizionale ma anche rinnovata con nuove e decise combinazioni.