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Winston Churchill: la biografia, le frasi celebri e la morte

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La vita dello statista britannico e le sue frasi celebri dalla prima maturità fino al giorno della sua morte nel 1965.

Il 30 novembre 1874 Lord Randolph Churchill e Jenny Jerome, rispettivamente uno dei più grandi esponenti dell’aristocrazia britannica e la figlia del proprietario del New York Times, misero al mondo colui che sarà considerato uno dei più grandi statisti mondiali: Leonard Winston Churchill Spencer.

Winston Churchill: la biografia e le frasi celebri

Fin dalla più tenera età, Churchill non fu in grado di pronunciare correttamente la lettera “esse” e questo difetto di pronuncia lo caratterizzò per tutta la sua carriera, tanto da essere riportato spesso dai giornalisti. Tuttavia, questo impedimento non sarebbe mai stato un ostacolo nella sua vita politica; studiando tecniche di ispirazione ed espirazione, egli riuscì a correggere le sue capacità oratorie nel modo migliore.

Il piccolo Leonard trascorse la sua infanzia principalmente in Irlanda. Nonostante la sua non brillante carriera scolastica presso la celebre scuola di Harrow, il ragazzo accedette all’importante scuola militare di Sandhurst, distinguendosi per la sua inclinazione da osservatore di guerra. “Alcune persone vedono un’impresa privata come una tigre feroce da uccidere subito, altri come una mucca da mungere, pochissimi la vedono com’è in realtà: un robusto cavallo che traina un carro molto pesante.” La sua fame di gloria non tardò ad esplodere.

L’esercito e la carriera politica

Vestendo il ruolo di sottotenente nel IV battaglione Ussari, svolse la sua prima missione con l’esercito spagnolo per la repressione della rivolta Cubana. Successivamente raggiunse Sudan e Sud-Africa come corrispondente di guerra. “Più la guerra attrae e affascina la mia mente con le sue situazioni tremende, più io sento in profondità ogni anno quale vile e perversa follia e barbarie sia tutto ciò.” Le avvincenti narrazioni come corrispondente dal mondo, dopo essere evaso dalla prigionia dei Boeri, gli permisero di acquisire sempre più notorietà. Infatti, nel 1900 si candidò come parlamentare per il Partito Conservatore della cittadina di Oldham e venne eletto.

Ricordiamo la sua frase celebre “Il politico deve essere in grado di prevedere cosa accadrà domani, il mese prossimo e l’anno prossimo, e, in seguito, avere la capacità di spiegare perché non è avvenuto.” Questa divenne l’emblema del suo modus operandi. Sebbene egli avesse affermato di credere che “un uomo politico debba essere giudicato dall’animosità che genera tra i suoi oppositori”, la sua linea politica subì nel 1904 una netta deviazione. Il futuro Primo Ministro si avvicinò infatti alla fazione liberale, tanto da essere eletto due anni dopo come deputato liberale a Manchester.

Nel governo

Per la sua carriera politica in continua ascesa fu solo l’inizio: nel 1908 venne nominato Ministro del Commercio e dopo soli due anni divenne Ministro dell’Interno. A soli due anni dalla sua nomina di Primo Lord dell’Ammiragliato, per colpa del suo appoggio aperto alla disastrosa campagna di Gallipoli fu costretto a dimettersi, entrando poi a far parte del gabinetto di Lloyd George. Ma i problemi non finirono, in quanto, collassato catastroficamente il partito liberale nel 1922 e caduto Lloyd George, Churchill si vide escluso per tre anni dal Parlamento, dove però al suo rientro divenne Cancelliere per il conservatore Stanley Baldwin.

La visione politica

Tuttavia, molti incarichi di Governo gli furono preclusi a causa delle sue posizioni politiche scomode tra il 1929 e il 1939. Fu il caso della sua aperta opposizione al partito nazista in Germania, contro il quale ipotizzò addirittura un’alleanza con Stalin (incredibile data l’avversione di Churchill al partito comunista). Della sua visione politica indichiamo uno stralcio di un suo importante discorso del 1906 tenuto alla St. Andrew’s Hall di Glasgow: “Non è possibile discutere qui delle divergenze filosofiche tra socialismo e liberalismo. Non è del resto possibile tracciare una linea netta tra individualismo e collettivismo, né in teoria né in pratica.

[…] Nessun uomo può essere collettivista e individualista solamente, ma deve essere entrambe le cose; la natura umana è duale. […] Collettivamente ci approvvigioniamo di luce e acqua, ma non facciamo l’amore né mangiamo collettivamente […] L’intera tendenza della civilizzazione va verso la moltiplicazione delle funzioni collettive della società. Le crescenti complicazioni della civiltà hanno creato servizi che devono essere gestiti dallo Stato […] Io guardo verso la creazione di uno standard minimo di vita e di lavoro, e la sua elevazione progressiva man mano che l’incremento delle energie produttive lo permetteranno.”

La Seconda Guerra Mondiale

Affermando “Se il presente cerca di giudicare il passato, perderà il futuro”, Churchill portò avanti la sua posizione. Questo lo fece rimanere solo con le sue idee anti-naziste fino al 1939. In quest’anno anche l’Inghilterra dichiarò finalmente guerra alla Germania, regalando a Churchill una nuova popolarità. Ciò gli permise di diventare Primo Ministro, succedendo a Chamberlain nel 1940. L’appoggio della Gran Bretagna e di Winston Churchill agli Alleati svolse un ruolo chiave nella sconfitta di Adolf Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale.

E in questa fase ebbe da dire anche sul popolo italiano: “Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti…”. Probabilmente anche a causa della poca attenzione alle riforme sociali del dopoguerra, venne sconfitto dal partito laburista e decise di tornare alla sua prima passione: la scrittura. Nel 1953 vinse addirittura il Nobel per la letteratura con il libro “La Seconda Guerra Mondiale”. Questo solamente dopo essere rieletto Primo Ministro nel 1951.

Tra le sue frasi celebri, forse quella che maggiormente incarna la personalità del grande statista è proprio: “Se devi esporre un punto importante, non cercare di essere sottile o astuto. Usa un maglio. Colpisci il punto una volta. Poi ritornaci e colpisci ancora. Poi colpiscilo una terza volta con una botta tremenda.”

La morte

Winston Churchill morì a causa di un ictus il 24 Gennaio 1965. Alla veneranda età di novant’anni, si spense nella sua casa di Kensington, l’importante quartiere diplomatico nel cuore di Londra. Ironicamente, ma probabilmente neanche troppo, aveva confessato: “Vorrei vivere per sempre, almeno per vedere come tra cento anni le persone commetteranno i miei stessi errori.”