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Cent'anni di solitudine: la trama, il riassunto e le citazioni

Cent'anni di solitudine

Cent'anni di solitudine è un romanzo del 1967 del Premio Nobel colombiano Gabriel García Márquez.

Cent’anni di solitudine è un romanzo pubblicato per la prima volta nel 1967 dal celebre autore di origini colombiane Gabriel García Márquez. La sua prima pubblicazione, avvenuta a Buenos Aires, all’epoca contò più di ottomila copie vendute fino ad arrivare alle oltre venti milioni attuali. Questo romanzo è stato tradotto in più di trentasette lingue. In tutto il globo non c’è bambino, adulto o anziano che non conosca quest’opera.

La trama del libro

La storia narra di più generazioni che si susseguono nella famiglia Buendía, sette per l’esattezza. Le vicende si svolgono nell’immaginaria città caraibica di Macondo. L’intera trama del romanzo è avvolta dal “realismo magico“, uno stile molto usato tra gli scrittori dell’epoca, e già noto all’autore. La linea che separa il mondo dei vivi da quello dei morti non è poi così marcata, i vivi possiedono il dono della chiaroveggenza e nonostante ciò su di loro è presente un inesorabile isolamento.

Cent’anni di solitudine: il riassunto

La storia della famiglia Buendía inizia con una fuga del patriarca José Aracadio Buendía e della moglie, nonché cugina, Ursula Iguarán. I due lasciano Riohacha a seguito all’uccisione di Prufencio Aguilar da parte di José, il cui cadavere li perseguita sotto forma di fantasma.
Con lei incinta e altri ventuno amici fondano la città di Macondo vicino al mar dei Caraibi. Qui nasce il loro primogenito, Aureliano, dotato come ogni altro membro futuro della famiglia che porterà questo nome della dote della chiaroveggenza.

Qualche tempo dopo appare un personaggio di collegamento tra Macondo e il resto del mondo, uno zingaro, Melquíades. Con lui giungono anche sempre nuove invenzioni dell’uomo. José affascinato da quelle scoperte inizia a studiare e a chiudersi per anni in laboratorio, tanto da portarlo all’isolamento dalla sua famiglia. Sua moglie farà di tutto per farlo rientrare in senno, e riuscirà in parte facendo sì che si prenda cura dei figli. Altro personaggio che compare, presentandosi fuori dalla loro casa con una sacca contenente le reliquie dei genitori, è Rebeca, bambina di undici anni, che viene immediatamente adottata.

Nasce poi Amaranta, invidiosa fin da subito della sorellastra, innamorata di Pietro Crespi anch’ella, giura di ucciderla tanto da provare ad avvelenarla, ma fallisce nell’impresa. La sua cattiveria però provocherà la morte di un’altra giovane fanciulla, Remedios, promessa sposa di Aureliano che morirà a nove anni di parto gemellare. Questo fa sì che le nozze tra Rebeca e Pietro vengano rimandate, ma Amaranta scioccata dall’accaduto fa voto di lutto e castità.

Questo voto entra in conflitto però con l’amore che Pietro a seguito delle vicende avvenute si innamora di lei, ma dopo il suo rifiuto si toglie la vita. Rebeca invece si innamora del fratellastro con cui inizia una convivenza. Aureliano rimasto vedovo, continua a frequentare il padre di Remedios e di lì a poco diventa capo di un’insurrezione che darà inizio a un lungo periodo di guerre civili, che perderà ogni volta, così come non avrà più i suoi diciassette figli avuti da altrettante donne. Anch’egli venne più volte avvelenato o tentarono di ucciderlo, ma sopravvisse sempre.

In seguito nominerà Arcadio, figlio illegittimo di José, luogotenente di Macondo, diventandone il tiranno, motivo che lo porterà alla morte. Si scatenerà dunque un’altra guerra e il lutto perseguiterà la famiglia in eterno, in quanto uno dopo l’altro moriranno molti membri. Anche Aureliano tenterà di uccidersi chiedendo al dottore dove si trovi il cuore, ma si salverà grazie alle indicazioni sbagliate dategli da quest’ultimo volontariamente.

Remedios invece ad un certo punto avrà la fama di donare il suo respiro come alito di morte, in seguito alla morte di quattro giovani innamorati di lei.
E così di generazione in generazione, morte, solitudine si alternano, fino a quando l’ultimo della stirpe prende consapevolezza dell’incapacità della famiglia di un’evoluzione, bensì è la tragedia la vera protagonista.

Citazioni

  • “Non si è di nessuna parte finché non si ha un morto sotto terra.”
  • “Il passato era menzogna, la memoria non aveva vie di ritorno, qualsiasi primavera antica era irrecuperabile.”
  • “Il segreto di una buona vecchiaia non è altro che un patto onesto con la solitudine.”
  • “La ricerca delle cose perdute è intorpidita dai gesti consuetudinari, ed è per questo che costa tanta fatica trovarle.”
  • “Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito.”
  • “Non c’è medicina che guarisca quello che non guarisce la felicità”