> > Sbarco degli Alleati ad Anzio: la storia dell'operazione Shingle

Sbarco degli Alleati ad Anzio: la storia dell'operazione Shingle

Lo sbarco ad Anzio degli Alleati

22 gennaio 1944: lo sbarco ad Anzio degli Alleati dà inizio alla Liberazione d'Italia dall'occupazione nazista e dal regime fascista: tutta la storia.

Il 22 gennaio 1944 non sarà mai una data banale. Infatti tra Anzio e Nettuno, nel Lazio, oltre 40mila soldati americani e britannici misero in atto l’operazione Shingle, culminata nello sbarco degli Alleati ad Anzio. Sono passati ben 75 anni da quella fase importantissima della storia che ha cambiato tante vite. Vale perciò la pena ripercorrerne le tappe più significative.

Sbarco degli Alleati ad Anzio: la storia

L’operazione Shingle fu pensata per aprire la strada verso la conquista della città di Roma. Lo sbarco ad Anzio infatti avrebbe permesso di rompere letteralmente la linea Gustav, confine imposto dai tedeschi, che segnava una vera e propria barriera. La dislocazione dello sbarco non fu certo casuale dato che si trovava a poca distanza dal fronte di Cassino, dove vi erano ingenti forze militari. Roma quindi sarebbe stata pronta a diventare la prima capitale dell’intera Europa completamente liberata dall’egemonia del nazismo. Uno sbarco studiato nei minimi dettagli e che fu condotto dal generale maggiore John Lucas, comandante americano, il cui obiettivo era ben chiaro.

Un antefatto decisivo

Bisogna precisare che l’8 settembre 1943 il maresciallo Badoglio ufficializzò la resa italiana e la firma dell’armistizio con le forze alleate. Ma la guerra non era affatto finita, dato che Inghilterra e Stati Uniti si erano alleate contro il nuovo nemico ed ex alleato: la Germania. A quel punto le forze alleate sbarcarono in Italia all’inizio di settembre del 1943 raggiungendo lo stretto di Messina e arrivando poi fino a Salerno. Un’effettiva liberazione del Sud Italia con cui gli Alleati riuscirono a mettere piede in una zona occupata dai nazisti.

Tra lo sbarco degli Alleati e la liberazione di Roma ci sono però degli ostacoli non da poco: dal clima invernale molto rigido, alla ferrea linea difensiva creata dai tedeschi. Le forze alleate necessitavano di un impegno militare superiore, sopratutto per superare il limite della linea Gustav e per espugnare l’abbazia di Montecassino, presa strategicamente dai tedeschi per difendersi. La soluzione ideale era solo una: arrivare dal mare per provare a scardinare i nazisti.

L’operazione Shingle e lo sbarco

Inizialmente gli Alleati pensarono a Terracina e successivamente a Civitavecchia, ma per diversi motivi, che andavano dalla copertura aerea fino alla distanza dalla capitale, lasciarono perdere queste zone. Anzio era quella ideale in quanto permetteva di superare la linea Gustav. In particolare le truppe arrivarono nell’area costiera tra Torre Astura e Nettuno. La resistenza tedesca non si fece attendere, e di lì a poco arrivarono accesi scontri in territorio laziale. Ma alla fine Roma continuava a risentire dell’occupazione dei nazisti, costellate di operazioni di terrore come il rastrellamento del ghetto o anche l’eccidio alle fosse ardeatine. Con lo sbarco ad Anzio degli Alleati però le cose iniziarono a migliorare, in primis per i profughi che si trovavano nella zona di Aprilia, dell’Ardea e anche nell’Agro Pontino.

Nella notte tra 3 e 4 giugno i tedeschi si ritirarono definitivamente, ormai consapevoli che non vi era più nulla da fare. I generali nazisti non riuscivano a fermare l’assalto degli Alleati che avanzavano sempre più e che avevano messo alle strette i nemici tedeschi. Una situazione che costrinse addirittura i generali nazisti a tirare i remi in barca e a fare pronto ritorno in Germania per essere certi della protezione. Il 5 giugno invece la quinta armata interna, in segno di vittoria e di liberazione per il popolo locale, visse il suo momento di gloria sfilando per le strade di Roma. Una nutrita folla festante che aspettava e sognava questo momento da tempo li accompagnava e festeggiava con loro.

La campagna d’Italia, così denominata dalle forze alleate, durò un altro anno spostandosi anche nell’Italia settentrionale. Il 2 maggio 1945 infatti essi sferrarono un’offensiva finale e decisiva costringendo così i tedeschi alla resa. Una vicenda che difficilmente il popolo italiano potrà dimenticare.