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Umberto Eco: biografia, opere e frasi celebri del padre della semiotica

Biografia e opere di umberto eco

La biografia, le opere e le frasi celebri di Umberto Eco, padre della semiotica italiana: dagli studi alla carriera come scrittore, critico e docente universitario.

Umberto Eco è considerato uno dei più importanti scrittori italiani e questa concezione è giustificata dalla sua biografia e dalle sue opere. Inoltre bisogna riconoscere il grande contributo che ha apportato alla semiotica, materia quasi sconosciuta in Italia prima del suo intervento.

Umberto Eco: la biografia

Umberto Eco nasce ad Alessandria il 5 gennaio del 1932 da una coppia di impiegati. Vive una gioventù non molto diversa da quella dei suoi coetanei: è troppo piccolo per andare in guerra e studia al liceo classico di Torino, al termine del quale decide di intraprendere la carriera universitaria laureandosi in Filosofia Medievale con una tesi su San Tommaso d’Aquino e la sua concezione di estetica.

Nel 1956 termina la scrittura del suo primo libro, una sorta di proseguimento della sua tesi di laurea. Durante tutta la sua vita lavora per numerose riviste, anche straniere, ed è il primo italiano a interessarsi alla cultura di massa che in quegli anni sta prendendo piede. Inoltre, dal 1954 al 1959, si occupa degli aspetti editoriali dei programmi culturali trasmessi dalla Rai. Nel 1959 Umberto Eco viene nominato condirettore della casa editrice Bompiani, a Milano, con cui instaurerà una collaborazione lunga molti anni. Nel 1975 gli viene assegnata la cattedra all’università di Bologna come docente di Semiotica. Con la sua ideologia Eco riesce a sconvolgere le menti degli studenti e crea una scuola in costante fermento. Si spegne il 19 febbraio del 2016, lasciando un vuoto nel cuore degli italiani.

Umberto Eco: le opere

Alcune delle opere scritte da Umberto Eco da conoscere assolutamente sono:

  • Diario minimo (1963): si tratta della raccolta di alcuni scritti satirici riguardanti la cultura di massa;
  • Apocalittici e integrati (1964): riguarda uno studio della società basata sul consumo e sulla cultura di massa;
  • Il pendolo di Focault (1988): il racconto si svolge nell’epoca dello stesso Eco, fino ad arrivare all’alba degli anni 80. Il nome dell’opera riprende il famoso pendolo inventato da Foucault che volle dimostrare i movimenti rotatori della Terra e che all’interno del romanzo di Eco riveste un ruolo simbolico;
  • Sei passeggiate nei boschi narrativi (1994): riguarda i fondamenti dell’arte narrativa e letteraria;
  • Baudolino (2000): è un romanzo medievale che racconta le vicende del protagonista (da cui il titolo) che, nato in una famiglia di contadini, viene adottato da Federico Barbarossa durante l’adolescenza;
  • Il cimitero di Praga (2010): il romanzo si svolge in alcune città europee come Parigi e Torino e racconta il periodo del Risorgimento, tra vicende di protagonisti di fantasia e altri vissuti per davvero.
  • Numero Zero (2015): è l’ultimo romanzo dell’autore, un giallo, ed è fondamentalmente un’accusa al cattivo operare di alcuni giornalisti durante il 1992, successivamente allo scandalo di Tangentopoli.

Il romanzo più celebre: Il Nome della Rosa

Il Nome della Rosa è il romanzo più conosciuto di Umberto Eco. Ha venduto oltre 30 milioni di copie ed è stato tradotto in 50 lingue. Fu pubblicato nel 1980 e narra le vicende avvenute in un’abbazia nel corso di una settimana. Nel prologo, il narratore Adso introduce il periodo storico e racconta il personaggio di Guglielmo da Baskerville che ha l’obiettivo di risolvere i contrasti tra i francescani e gli emissari di papa Giovanni XXIII. Durante la settimana trascorsa nell’abbazia, si susseguono vari delitti che sembrano tutti avere a che fare con la biblioteca e in particolare un manoscritto completamente avvolto dal mistero. Guglielmo da Baskerville con il suo prezioso aiutante riuscirà a scoprire il colpevole e il suo movente: mantenere segreto il secondo libro della Poetica del filosofo Aristotele, incentrato sui temi del ridere e della commedia. Il romanzo si conclude con un indomabile incendio che rade al suolo l’abbazia e con essa anche il libro custodito all’interno.

Il Nome della Rosa è un’opera senza tempo, di un fascino incomparabile e alla quale è impossibile attribuire un vero e proprio genere letterario, perché il romanzo offre un’ampia gamma di chiavi di lettura. Potrebbe essere considerato un romanzo giallo o storico a una prima lettura, ma allo stesso tempo è un romanzo scritto attraverso la ripresa di citazioni di altre opere, come se si trattasse di una raccolta di libri. Vi è racchiuso anche un lato esoterico e il romanzo firmato Umberto Eco può essere interpretato anche come l’elaborazione di un pensiero filosofico sul concetto di verità.

Umberto Eco: le frasi celebri

Essendo stato uno autore molto prolifico, sono decine le frasi celebri che si possono estrapolare dalle sue opere. Un esempio può essere la sua opinione sulla lettura, di cui scrive: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro.”

Un tema molto caro a Umberto Eco, come si è visto nel romanzo “Il nome della rosa”, è quello del riso e questa è una sua citazione a riguardo: “Si deve smantellare la serietà degli avversari con il riso, e il riso avversare con la serietà.”

Molto celebre e significativa è la frase che pronunciò nel 2015, durante la cerimonia di consegna di una laura ad honoris causa, riguardante i social media e i relativi utenti: «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel.È l’invasione degli imbecilli».