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L’arte può essere uno strumento molto efficace per comunicare il disagio che si prova nei confronti della vita o della società. Un esempio calzante di come gli artisti possano esprimere al meglio l’inquietudine e la rabbia ce lo offrono i Nirvana. La band americana, composta da Kurt Cobain, Dave Grohl e Krist Novoselic, si è fatta portavoce del disagio delle giovani generazioni, nei primi anni Novanta. Purtroppo, a causa della prematura scomparsa del leader e frontman Cobain, il gruppo si è sciolto e i due membri superstiti hanno dato vita a progetti paralleli (Grohl, ad esempio, ha fondato i Foo Fighters). Per comprendere al meglio la musica di Kurt Cobain è necessario ripercorrere la biografia del cantante e, dunque, contestualizzarne le canzoni.
Kurt Cobain: la biografia
Kurt Donald Cobain nacque il 20 febbraio del 1967, ad Aberdeen (Washington), da Donald Leland Cobain e da Wendy Elizabeth Fradenburg. I primi anni di vita furono relativamente felici, in quanto il piccolo Kurt poté già mostrare la sua inclinazione verso l’arte, disegnando e ascoltando musica (a 4 anni cantava e si dilettava con il pianoforte). Tuttavia, questa serenità fu bruscamente spazzata via dalla separazione dei suoi genitori; già in queste delicate fasi iniziò a covare odio verso i suoi familiari, forse ritenuti responsabili della sua infelicità. L’adolescenza, quindi, con tali premesse, fu decisamente burrascosa. Kurt mostrò irriverenza e insolenza nei confronti della sua famiglia ma anche verso qualsiasi tipo di istituzione, come la scuola.
Dunque, iniziarono i primi problemi con l’alcol e con le droghe. Tuttavia, grazie a una chitarra elettrica regalatagli da sua zia, Cobain poté esprimere la sua frustrazione attraverso la musica, iniziando a comporre delle rudimentali canzoni. Inoltre, nel 1986 fu arrestato per vandalismo, avendo imbrattato un muro con alcune scritte tra cui ”God is Gay”. Kurt sviluppò anche una certa sensibilità verso alcuni temi, come l’omofobia, il razzismo e il sessismo; era convinto che ci fossero ancora tante diseguaglianze ed ingiustizie nella società. Nel 1987, assieme a Grohl (batteria) e a Novoselic (basso) fondò i Nirvana e il successo fu pressoché immediato. Infatti, l’inaspettato riscontro positivo dei loro primi album ”Bleach” e ”Nevermind”, li portò a collaborare in alcuni live con i Pearl Jam e i Red Hot Chili Peppers.
Gli anni del successo e la morte
Il successo musicale, tuttavia, non segnò un miglioramento nella vita di Cobain che, al contrario, sviluppò dipendenza da alcol ed eroina. In aggiunta, la tormentata storia d’amore con Courtney Love non fece altro che rendere ancora più instabile la vita del frontman dei Nirvana. Nel 1992, Kurt e Courtney ebbero una figlia: Frances Bean. L’anno successivo la band pubblicò l’ultimo album, ovvero ”In Utero”. Le condizioni psico-fisiche di Cobain subirono un drastico peggioramento a causa delle dipendenze e dell’inconsistenza del rapporto con la sua compagna e, nel 1994, avvenne il tragico epilogo. Nella sua casa di Seattle, Kurt Cobain si sparò con un fucile, ponendo fine alla sua vita. Le dinamiche della morte, tuttavia, aleggiano nel mistero, lasciando ipotizzare che si possa trattare di un omicidio; queste tesi, però, non hanno mai riscontrato prove concrete.
Le canzoni di Kurt Cobain
La canzone che meglio rappresenta il pensiero di Cobain e dei Nirvana è sicuramente Smell like teen spirit. Recentemente, questa canzone ha raggiunto il miliardo di visualizzazioni sul portale Youtube. Questo immortale singolo, estratto dall’album ”Nevermind”, è considerato l’inno della cosiddetta Generazione X; il pezzo descrive la rabbia e il disagio che i giovani provano nei confronti della società che, imponendo determinati modelli, distorce ed ostacola l’espressione delle singole persone. Canzoni come In Bloom, Polly, Heart shaped box, Rape me e Lithium descrivono altri aspetti crudi della realtà. Infatti, le violenze fisiche, gli amori tormentati, gli abusi, le dipendenze e la rabbia nei confronti delle istituzioni sono al centro di queste opere musicali.