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Accademia della Crusca: storia, sede e vocabolario dell'istituzione

Accademia della Crusca: storia, sede e vocabolario

Accademia della Crusca, l'istituzione italiana composta da studiosi ed esperti di linguistica e filologia della lingua italiana: la storia, il vocabolario la sede.

L’Accademia della Crusca è il punto di riferimento più importante e più autorevole della lingua italiana. Tra i suoi obiettivi: diffondere la conoscenza storica della nostra lingua e finanziare la ricerca nel campo della linguistica e della filologia. Ma come nasce e qual è la sua storia?

L’Accademia della Crusca: la storia

L’Accademia della Crusca ha origini nella Firenze del Cinquecento. L’iniziativa fu, tra il 1582 e 1583, di cinque letterati fiorentini: Giovan Battista Deti, Anton Francesco Grazzini, Bernardo Canigiani, Bernardo Zanchini, Bastiano de’ Rossi, ai quali si aggiunse ben presto Lionardo Salviati, ideatore di un programma culturale e di codificazione della lingua.

Dalle loro riunioni, chiamate “cruscate“, deriva proprio il nome “Accademia della Crusca”. Lo stesso Salviati usò la simbologia relativa alla farina attribuendo all’Accademia lo scopo di “separare il fior di farina”, metaforicamente, la buona lingua dalla crusca. L’ispirazione era il modello di lingua già promulgato dal Bembo nel 1525 che prevedeva il primato del volgare fiorentino, modellato sugli autori del Trecento.

Si cominciò a parlare di leggi e statuti dell’Accademia nella riunione del 25 gennaio 1583, ma la cerimonia inaugurale dell’Accademia si tenne due anni dopo, il 25 marzo del 1585. Nel 1590 si scelse come simbolo dell’Accademia il frullone, lo strumento che si adoperava per separare il fior di farina dalla crusca, e come motto il verso del Petrarca “il più bel fior ne coglie“. Fin dalle origini l’Accademia ha accolto studiosi italiani ed esteri, di diversi campi: oltre a grammatici e filologi, scrittori e poeti tra cui Tassoni, Leopardi, Manzoni e Carducci, scienziati tra cui Galileo Galilei, Redi, Torricelli, storici come Muratori e Capponi e filosofi come Voltaire e Rosmini.

Il vocabolario

L’opera principale dell’Accademia fu il vocabolario del 1612, ampliato e ripubblicato più volte fino al 1923. L’opera presenta come modello un fiorentino arcaico che, nonostante le polemiche dell’epoca, rappresentò per secoli l’unico strumento che univa l’Italia, anche solo linguisticamente. Il 1923 rappresenta un punto di svolta nelle attività fino a quel momento compiute dall’Accademia. In quell’anno infatti l’allora Ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Gentile dispose, con il Regio Decreto dell’11 marzo 1923, il nuovo ordinamento dell’Accademia che prevedeva l’interruzione della compilazione e della stampa del vocabolario.

Nel 1937 un altro decreto istituì presso l’Accademia il Centro di studi di filologia italiana “con lo scopo di promuovere lo studio e l’edizione critica degli antichi testi e degli scrittori classici della letteratura italiana dalle origini al secolo XIX”. Nel 1955 nasce il progetto di compilazione di un nuovo vocabolario in occasione dell’invito del Congresso internazionale di studi italiani che si era riunito a Cambridge nell’agosto del 1953. Con l’elezione del 1963 di Giacomo Devoto a presidente dell’Accademia, inizia la fruttuosa collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche che ha permesso di avviare l’Opera del Vocabolario: nel febbraio del 1965 si è tenuto un primo corso di preparazione per i futuri compilatori.

L’Accademia oggi: la sede

L’Accademia della Crusca, insieme all’Istituto Opera del Vocabolario Italiano (OVI), ha sede nella Villa Medicea di Castello, a Firenze. Oggi l’Accademia è il più importante centro di ricerca scientifica dedicato allo studio e alla promozione dell’italiano. Il suo obiettivo è quello di diffondere la conoscenza storica della nostra lingua e la sua evoluzione nel mondo contemporaneo, sia in Italia che all’estero, intrattenendo rapporti internazionali con istituzioni analoghe e organizzando incontri, seminari e convegni sull’italiano.

A tal proposito, l’Accademia offre al pubblico un servizio di consulenza linguistica e conserva una ricca collezione di oggetti d’arte, tra cui le famose “pale”, dipinti su tavola nei quali sono raffigurati gli emblemi degli Accademici. Nella sede sono a disposizione del pubblico anche una Biblioteca specialistica e un Archivio.