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"È vita": la storia di Luigi, il neonato abbandonato in chiesa a Bari, diventa un libro

Neonato abbandonato a Bari, il commento del medico

"È vita! Storia di un bambino scartato, abbandonato… affidato" ripercorre la storia di Luigi, il neonato abbandonato in una culla termica nella chiesa di San Giovanni Battista a Bari.

Era la mattina del 19 luglio 2020. Don Antonio Ruccia, parroco di San Giovanni Battista si precipita nella sua chiesa nel quartiere Poggiofranco di Bari e lì, nella culla termica che la parrocchia possiede da cinque anni, trova un neonato abbandonato. Accanto al suo corpicino, un biglietto con il suo nome – Luigi – e una promessa: “Mamma e papà ti ameranno per sempre“.

La sua storia ha commosso l’Italia intera (in poche ore sono arrivate a Bari tantissime richieste di adozione, tra cui quella della famiglia a cui il bimbo è stato affidato) e oggi è diventata un libro: “È vita! Storia di un bambino scartato, abbandonato… affidato“.

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La storia di Luigi, neonato abbandonato in chiesa a Bari

Il libro, edito da Il Pozzo di Giacobbe a cura di don Antonio Ruccia, raccoglie non solo i fatti, ma anche pensieri e considerazioni, così come articoli (compreso quello di Notizie.it) e servizi che la stampa e la televisione hanno dedicato alla storia di Luigi.

Tra i contributi raccolti nel volume si ricordano quelli di monsignor Pietro Maria Fragnelli (presidente della commissione Famiglia, Giovani e via della Dei), di Hans Zoller (presidente del Centro di protezione dei minori della Pontificia Università Gregoriana), di docenti universitari come Miranda Zerlotin e Guido Saraceni, ma anche del dottor Nicola La Forgia, primario di neonatologia del Policlinico di Bari dove Luigi è stato ricoverato, presso il Reparto di Terapia intensiva neonatale.

Non è stato un abbandono, ma un atto d’amore” aveva commentato il primario subito dopo il ritrovamento. “I genitori non hanno lasciato il piccolo in un posto qualunque, lo hanno portato in un luogo sicuro e gli hanno dato una possibilità. È come se oggi rinascesse una seconda volta. Non voglio nemmeno immaginare quanto sia stata sofferta e dolorosa la loro scelta“.