Proprio mentre l’Italia sta facendo ancora i conti sull’enorme numero di vìttime e con le responsabilità del naufragio avvenuto al largo delle coste calabresi nel quale 71 persone hanno perso la vita, stanno venendo pian piano ricostruite le storie dei migranti.
Una di queste è quella di Azan, morto alla verde età di 15 anni. Ad aspettarlo dall’altra parte della costa c’era lo zio Sabir Muhammad Ahsan. L’uomo, in due colloqui affidati alle pagine del quotidiano “La Repubblica”, ha fornito una ricostruzione di quelle che sono state le fasi del viaggio. Al contempo si è detto pronto a denunciare l’uomo che lo ha fatto partire su quell’imbarcazione: “Non ho paura”, ha dichiarato.
Cutro, il racconto dello zio di Azan: “Mio cognato ha pagato 9.000 dollari”
Dalle parole dello zio di Azan emerge la drammaticità di questo “viaggio della speranza”. Per dirigersi in Italia il padre del giovane aveva versato “all’agente” 9 mila dollari. C’è di più: una volta arrivato a destinazione avrebbero dovuto essere corrisposti altri 5 mila dollari. Se ciò non fosse abbastanza Azan aveva inviato dei messaggi vocali allo zio nei quali si lamentava che non gli dessero da mangiare.
“L’agente ha raccontato il falso”
Ahsan ha infine raccontato che l’agente ha dichiarato il falso sul viaggio: “Non aveva detto che Azan sarebbe partito con altre cento, forse duecento persone, in quelle condizioni”, ha spiegato. Ha affermato infine che gli era stato assicurato che il nipote sarebbe arrivato in Italia salvo. Ciò tuttavia non è accaduto. Azan, su quell’imbarcazione, ha perso la vita.