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Da poco licenziato commette duplice omicidio, poi si suicida

Cormano

Maurizio Platini uccide il padre che lo aveva licenziato dalla sua ditta a Cormano, nel Milanese. Poi uccide la compagna del padre e si suicida

Tragedia a Cormano, nel Milanese. Nella tarda serata di lunedì 2 luglio 2018 sono stati ritrovati tre copri privi di vita all’interno dell’azienda Seri Cart. A compiere il duplice omicidio è stato Maurizio Platini, 43 anni. Prima di togliersi la vita, ha ucciso il padre e la compagna di lui. Il quarantatreenne soffriva da tempo di problemi personali ed era stato da poco licenziato dalla ditta paterna.

Duplice omicidio-suicidio

Tre persone sono state ritrovate morte lunedì 2 luglio all’interno dell’azienda di grafica pubblicitaria Seri Cart, a Cormano, alle porte del capoluogo lombardo.

Cormano

Secondo i primi accertamenti dei carabinieri, si tratta di un duplice omicidio-suicidio. Ad aver orchestrato e portato a termine il drammatico piano assassino sarebbe stato Maurizio Platini, di 43 anni. Probabilmente questa è stata la reazione derivante dall’ennesima lite con il padre. Al culmine della discussione, l’uomo avrebbe sparato al padre, Romano Platini, 64 anni, colpendolo alla testa: l’uomo è stato trovato morto dietro alla scrivania della sua azienda.

Dopodiché il quarantatreenne si sarebbe scagliato contro la compagna del genitore, Anita, 53 anni. La donna sarebbe stata colpita al petto. Infine, dopo aver commesso quella strage familiare, si è tolto la vita. A scoprire i corpi è stato il figlio minore di Platini, fratello del presunto omicida-suicida.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della compagnia di Sesto San Giovanni, Maurizio Platini, soffriva da tempo di problemi personali. L’uomo,inoltre, era stato da poco licenziato dalla ditta del padre. Quando i carabinieri sono arrivati nell’azienda, era a terra con la pistola in mano. Una calibro 3,57 Magnum regolarmente detenuta dall’uomo, che era incensurato. Da questo dettagli si è presupposto sin da subito che l’artefice del duplice omicidio sia Maurizio Platini, che infine si è tolto la vita. Il pm titolare delle indagini, Cristiana Roveda, ha posto sotto sequestro l’arma e ha disposto l’autopsia sui corpi.

Cormano

“Siamo sconvolti, siamo amici da una vita”, ha dichiarato una donna residente poco lontano dall’azienda. Poi ha aggiunto: “Avevamo appuntamento alle 18 di oggi, ma ho suonato e non ha risposto nessuno, poi abbiamo saputo”. Suo marito, a sua volta sconvolto, ha raccontato: “Avremmo dovuto andare insieme a giocare a soft air, prendevamo l’aperitivo insieme ogni sera”.

Figli che odiano i genitori

E’ l’omicidio del ferrarese, dove un adolescente ha ucciso i genitori, ad aver riportato l’attenzione sulle tragedie familiari, numerosissime nel nostro Paese. Figli che uccidono i propri genitori, di volta in volta, per odio, soldi, malattie mentali o altri futili motivi. Così i coniugi Vincelli sono stati uccisi nel marzo del 2017 dal figlio appena sedicenne e da un amico del giovane.

In tanti ricorderanno “Le belve di Vercelli”. Correva l’anno 1975. Era il 13 novembre. Si trattò di un massacro che fece inorridire la società italiana durante i già dilanianti e feroci anni di Piombo, sancendo definitivamente la perdita dell’innocenza del nostro Paese.

E ancora, il “Delitto di Parma” del 4 agosto 1989. Ferdinando Carretta uccise a colpi di pistola il padre contabile Giuseppe, la madre Marta e il fratello Nicola. Dopodiché fece sparire i cadaveri (e il fatto che non siano stati mai più ritrovati rende il delitto ancora più macabro). Fu in grado di realizzare una serie di depistaggi per poi fuggire a Londra, dove verrà scovato casualmente nel 1998.

Sempre per la brama di godere della propria parte di eredità, Pietro Maso, aiutato da due amici, uccise barbaramente i genitori nella loro casa di Montecchia di Crosara, in provincia di Verona. Venne arrestato e condannato a 30 anni di reclusione, facendosi notare durante il processo per la strafottenza e l’eleganza pacchiana. Dopo 22 anni di carcere è tornato in libertà, ma è stato nuovamente arrestato nel 2016. L’accusa è quella di aver minacciato le sorelle.

Tra i drammi familiari più efferati c’è sicuramente il “Delitto di Novi Ligure”, risalente al 22 febbraio 2001. Fu il primo il primo delitto familiare in cui ad agire furono dei minorenni. Erika De Nardo, 16 anni, e il fidanzato Omar Favaro, 17. Furono loro a uccidere la madre e il fratellino di lei, Susy Cassini e Gianluca, con oltre 50 coltellate.