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Da Roma a Milano flop della protesta no green pass nelle stazioni

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Roma, 1 set. (askanews) - La protesta dei no-green pass che sul canale Telegram "Basta dittatura" avevano minacciato di bloccare i treni in 54 stazioni in tutta Italia, nel primo giorno di obbligo della certificazione per i trasporti a media e lunga percorrenza, si è rivelata un flop. Il governo,...

Roma, 1 set. (askanews) – La protesta dei no-green pass che sul canale Telegram “Basta dittatura” avevano minacciato di bloccare i treni in 54 stazioni in tutta Italia, nel primo giorno di obbligo della certificazione per i trasporti a media e lunga percorrenza, si è rivelata un flop. Il governo, con la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, aveva deciso la linea dura, con presidi e vigilanza rafforzata nelle aree a rischio.

Nessuna criticità alla Stazione Tiburtina, blindata. Nel luogo principe dell’appuntamento romano c’erano solo una quindicina di persone, guidate da Giuliano Castellino, il leader romano del gruppo neofascista Forza Nuova e uno striscione: “L’Italia è contro il green pass”. “Io non appartengo a movimenti, ero piuttosto venuto per vedere che tipo di manifestazione si facesse i mezzi fino a prova contraria sono di tutti”.

Anche alla stazione Garibaldi di Milano non più di una ventina di persone hanno messo in scena una protesta pacifica. Stessa scena a Torino, dove un manifestante è stato fermato per aver colpito gli agenti dopo essersi rifiutato di mostrare i documenti.

Itw da Elisa in telegram – cristina 1.06-1.37 “Io personalmente ho 38 anni e sto bene, non fumo e non ho patologie, è giusto che mi vaccini? Non so, se sono stata costretta per lavoro è una violenza e un atto antidemocratico, ma secondo me dipende dalla situazione, se non si è in fasce fragili non ci si deve vaccinare, credo”.

Una quindicina di manifestanti anche alla Stazione centrale di Santa Maria Novella, a Firenze; e a Napoli tutto tranquillo, solo due persone no green pass alla Stazione centrale, con il tricolore in mano in mezzo a tanta polizia. Sui social la rabbia per chi si è presentato all’appuntamento e si è ritrovato quasi solo, fra tanti giornalisti.