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D'Alema per il no al referendum: poi nuovo progetto di riforme condivise

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Votare no al referendum costituzionale e poi studiare una nuova riforma. Questa l'idea lanciata da Massimo D'Alema e Gaetano Quagliariello. Parlando ad un convegno congiunto delle rispettive fondazioni Italianieuropei e Magna Charta, Massimo D'Alema e Gaetano Quagliariello hanno deciso di lanciare ...

Votare no al referendum costituzionale e poi studiare una nuova riforma. Questa l’idea lanciata da Massimo D’Alema e Gaetano Quagliariello.

Parlando ad un convegno congiunto delle rispettive fondazioni Italianieuropei e Magna Charta, Massimo D’Alema e Gaetano Quagliariello hanno deciso di lanciare una forte contro proposta al percorso sin qui seguito e prospettato dall’esecutivo guidato da Matteo Renzi. L’idea dei due promotori è quella di votare no al referendum del prossimo 4 dicembre e, da lì in poi, avviare un nuovo progetto, aprendo “una nuova stagione delle riforme”.

Ridurre il numero di senatori e deputati, mantenendo il bicameralismo perfetto

In discussione c’è l’idea base della riforma costituzionale voluta da Renzi. Secondo D’Alema e Quagliariello occorrerebbe ridurre il numero dei senatori (da 315 a 200) e, al contempo, quello dei deputati (da 630 a 400), mantenendo comunque il bicameralismo perfetto. “E’ stata tradita l’idea iniziale di questa legislatura” ha affermato Quagliariello, “quella di issare regole comuni e dividersi sui principi e sulle soluzioni dei problemi del Paese. Oggi il Paese è diviso sulle regole e i principi e le soluzioni sono stati cacciati dalla porta”. Votare no al referendum appare quindi, in quest’ottica, come l’unica via da percorrere, tenendo ben presente che “se la riforma sarà bocciata, ciò non significa che si interrompe il processo riformatore”.

Riforma Renzi sbagliata e non utile, con tentativi di imposizione a colpi di maggioranza

Secondo D’Alema, la riforma Renzi è “sbagliata, non utile, non risolve i problemi ma li aggrava”. Un giudizio severo nei confronti del segretario Pd. Anche secondo D’Alema “la vittoria del no non fermerebbe il processo costituente”, l’auspicabile vittoria del no non porterebbe alla catastrofe e inoltre obbligherebbe alla revisione della legge elettorale”. Di fatto, riferendosi alle proposte di Renzi al recente direttivo di partito, “la vittoria del no sarebbe una garanzia assai maggiore rispetto agli impegni presi”.

“La cosa più negativa”, secondo D’Alema, “sono stati quei tentativi nei quali si è pensato di imporre delle riforme in una logica di maggioranza”: occorre procedere con una larga condivisione fra forze politiche, altrimenti “si apre la strada, quando ci saranno altre maggioranze, allo stravolgimento della Costituzione”. A questo proposito, D’Alema ha affermato che “non esiste uno schieramento politico del No, mentre esiste un blocco governativo del sì, sostenuto dai poteri forti, uno schieramento minaccioso, da cui capita di subire insulti”: