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Dare in affitto una o più camere, cosa c'è da sapere

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In Italia, come in molti altri Paesi, il co-housing, che consiste nell’affittare una stanza per arrotondare i propri guadagni e dividere le spese, è un fenomeno sempre più diffuso. Il contratto d’affitto, infatti,  è pienamente valido anche se la locazione non riguarda un appartamento intero...

In Italia, come in molti altri Paesi, il co-housing, che consiste nell’affittare una stanza per arrotondare i propri guadagni e dividere le spese, è un fenomeno sempre più diffuso. Il contratto d’affitto, infatti, è pienamente valido anche se la locazione non riguarda un appartamento intero, ma una o più stanze. La normativa sulla locazione, dunque, non vieta di affittare porzioni limitate di un immobile purchè si rispettino gli adempimenti necessari e si dichiari il relativo reddito.

Registrazione e tassazione del contratto d’affitto

Anche per affittare una sola stanza è obbligatorio registrare il contratto di affitto, se la durata della locazione supera i 30 giorni. Registrare il contratto è molto importante, oltreché per evitare il rischio di gravi sanzioni, anche per ottenere agevolazioni (contributi comunali, detrazioni fiscali, ecc.).

Prima della registrazione è necessario, ovviamente, predisporre un: contratto d’affitto conforme alla normativa vigente.

Se si decide di effettuare la registrazione presso un Ufficio dell’Agenzia delle Entrate è necessario, prima della registrazione, pagare l’imposta di registro tramite modello F23; l’imposta è pari al 2% del canone annuo di locazione (comunque, non può essere inferiore a 67 euro), ed il codice per indicarla nel modello di pagamento è 115T. Ogni 4 pagine del contratto, oppure ogni 100 righe, deve essere apposta una marca da bollo da 16 euro.

Se, invece, si vuole effettuare la registrazione in via telematica, si può utilizzare il software Rli: in questo caso è necessario, per il pagamento delle imposte di bollo e registro, indicare i dati del proprio conto corrente, postale o bancario. È comunque possibile effettuare la registrazione tramite un intermediario, come un commercialista o un consulente del lavoro.

Oltre al regime ordinario di tassazione del canone d’affitto, è possibile optare per quello semplificato, ovvero la cosiddetta cedolare secca.

Molti non sanno che la cedolare secca è un’imposta che sostituisce non solo l’Irpef sull’immobile e le addizionali, ma anche le imposte di bollo e diregistro; le aliquote sono attualmente due:

  • il 10% per il canone concordato (calmierato);
  • il 21% per gli altri casi, cioè per la locazione in regime di libero mercato.

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