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Davide Astori, aritmologo contesta la tesi della bradicardia

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Un aritmologo, il Dott. Giuseppe De Martino, contesta l’ipotesi che il capitano della Fiorentina Davide Astori sia morto per una bradicardia.

Si continua a discutere sulle cause che hanno portato improvvisamente alla morte a soli 31 anni di età il capitano della Fiorentina Davide Astori, mentre dormiva nella sua camera d’albergo ad Udine nella notte tra sanato 3 e domenica 4 marzo in attesa di disputare una partita con la padrona di casa. Si è parlato di bradicardia, fenomeno caratterizzato dal progressivo rallentamento del battito cardiaco fino al decesso della persona. Tuttavia c’è chi non non è d’accordo: si tratta del Dottor Giuseppe De Martino, aritmologo direttore di Servisan SpA (Servizi per la Sanità) e ne spiega i motivi.

Le parole dell’esperto

Il Dott. De Martino scrive in una nota che di tutte le cause della morte di Astori, la bradicardia è addirittura la meno probabile, dato che lui era un giovane atleta. A meno che, dice l’esperto, sia un fenomeno indotto da altro.

Giuseppe De Martino

E’ stato più volte dimostrato, che la bradicardia è molto comune negli atleti – che svolgono attività fisica con regolarità -, ma non per questo rischiano di morire, se sono giovani com’era il capitano della Fiorentina. Ciò avviene perchè, anche se il “nodo del seno”, cioè il “segnapassi cardiaco”, rallenta scendendo fino a 30 battiti al minuto durante la notte, come in genere accade agli sportivi, sotto lo stesso nodo entrano in azione delle cellule che vanno a sostituirsi al segnapassi cardiaco e ad emettere “ritmi d’emergenza’salva battito'”, che impediscono al cuore di fermarsi.

Ancora più improbabile, sostiene il Dott. De Martino, che Astori sia deceduto per bradiaritmia, il fenomeno per cui il cuore rallenta forse a causa di un blocco atrioventricolare, ovvero un blocco della conduzione tra atrio e ventricolo. E’ improbabile che ciò sia accaduto, perchè il calciatore era troppo giovane e sano.

Ipotesi della fibrillazione ventricolare

Il medico osserva che “in assenza di evidenze macroscopiche all’autopsia”, quali aneurisma cerebrale o infarto, è molto più probabile che a causare il decesso dello sportivo sia stata una fibrillazione ventricolare, un’aritmia cardiaca che fa accelerare – e non diminuire – il battito, fino ad arrestare l’attività dell’organo muscolare.

Fibrillazione ventricolare

Si tratta di una malattia delle cellule cardiache, che non è rilevabile dall’autopsia e che può portare ad ulteriori malattie, come la sindrome di Brugada, peraltro già chiamata in causa nei giorni scorsi proprio per dare spiegazione scientifica a questa tragedia che ha lasciato sgomento il mondo del calcio e non solo. E soprattutto una giovane donna come l’ex gieffina Francesca Fioretti senza il compagno e sua figlia, la piccola Vittoria, di soli due anni, senza il papà.