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Ddl Zan affossato, il sindaco di Maruggio non si arrende e firma un’ordinanza contro l’omotransfobia

Il sindaco "legislatore" Alfredo Longo

Ddl Zan affossato, il sindaco di Maruggio Alfredo Longo non si arrende e "fa da sé" firmando un’ordinanza locale e mirata contro l'omotransfobia

Sul Ddl Zan affossato Alfredo Longo, sindaco del comune del Tarantino di Maruggio, non si arrende e firma un’ordinanza contro l’omotransfobia, applicando in pratica a livello locale le linee della legge mancata al Senato che però “risorge” nella sua cittadina. A Maruggio gli abitanti sono poco più di 5000 ma sono counità che già fa scuola in quanto a regole etiche basilari

Ddl Zan affossato ma non a Maruggio, dove un’ordinanza lo surroga

Lo ha spiegato il sindaco Longo nel suo “Diario di bordo di un sindaco” su Facebook. È presto spiegata: in tema di discriminazione contro le persone omosessuali, trans, disabili e contro le donne il Comune ha deciso di fare da sé. Cioè di non accodarsi all’esito della famosa “tagliola” con cui in Senato il Ddl Zan non era diventato legge. 

L’ordinanza che riesuma il Ddl Zan affossato dal Senato con la “tagliola”

E se non è stato possibile farlo diventare norma allora va bena anche il rango inferiore della regola, regola disciplinata da una apposita ordinanza emessa dal sindaco Longo il 9 novembre. Qualche esempio? “ È fatto assoluto divieto, su tutto il territorio comunale, di avviare azioni di propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, istigazione a delinquere e atti discriminatori e violenti per motivi razziali, etnici, religiosi o fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità”. 

Maruggio non ha affossato il Ddl Zan, l’ordinanza che stronca le discriminazioni

E ancora: “È vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità”.