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Ddl Zan, polemiche in Senato: Ostellari chiede rinvio in commissione, Casellati sospende la discussione

DDL ZAN

Il leghista Ostellari ha chiesto il rinvio del ddl Zan in Commissione: la richiesta, approvata dalla presidente Casellati, ha scatenato polemiche in aula.

Era prevista per le ore 16:30 di martedì 13 luglio la discussione in Senato della legge contro l’omotransfobia nota come ddl Zan. Tuttavia, in seguito all’intervento del presidente della Commissione Giustizia del Senato, il leghista Andrea Ostellari, la presidente del Senato ha deciso di sospendere la seduta, generando scontri e proteste in aula.

Ddl Zan, polemiche in Senato: il presidente della Commissione Giustizia

Prima di recarsi a Palazzo Madama, il presidente della Commissione Giustizia del Senato, Andrea Ostellari, ha partecipato a una riunione della medesima Commissione, fissata per le ore 15:00 di martedì 13 luglio. Al termine della riunione, quindi, il leghista Ostellari ha dichiarato: “Adesso riferisco in Aula il lavoro fatto in questi mesi. Dirò le cose come sono e confido ancora nella disponibilità al dialogo, non smetteremo mai di dire questo per dare al paese una legge migliore. La via maestra è capire se c’è questa disponibilità, poi i tempi sono molto ragionevoli. In un paio di settimane si riuscirebbe ad avere un testo votato, modificato, condiviso e pronto per essere votato dalla maggioranza”.

Nel frattempo, sia Fratelli d’Italia che la Lega hanno contattato il presidente Ostellari, che ricopre anche il ruolo di relatore del ddl Zan, per chiedere che il testo venisse rinviato in Commissione giustizia.

Ddl Zan, polemiche in Senato: l’intervento del leghista Andrea Ostellari

Al momento dell’inizio della discussione sul ddl Zan in programma per le ore 16:30 di martedì 13 luglio, i numeri per approvare il provvedimento legislativo apparivano alquanto incerti. Alcuni parlamentari, infatti, non erano presenti in aula: tra questi, in particolare, figuravano un senatore del Partito Democratico, di tre senatori di Italia Viva e di nove senatori del Movimento 5 Stelle. Per quanto riguarda il M5S, è stato rivelato che nessuno dei senatori assenti è stato impossibilitato a presenziare alla votazione sul ddl Zan per motivi politici.

In questo contesto, quindi, il leghista Andrea Ostellari ha pronunciato il seguente intervento: “Vorrei dare alcuni chiarimenti. Qualcuno insiste con dire che il ddl Zan è stato bloccato in commissione per 9 mesi, ma questa narrazione non è reale. Il provvedimento era diverso alla Camera, il primo incardinamento in commissione è stato a ottobre 2019, per poi essere approvato a Montecitorio il 4 novembre 2020. Al Senato alla commissione è arrivato il 5 novembre. La prima richiesta di calendarizzazione è arrivata solo a gennaio 2021. Ad aprile è avvenuto un fatto, e cioè c’è stata una lettera inviata da me alla presidente del Senato nella quale di dava atto della presenza di altri ddl, che dovevano essere congiunti, perché riguardavano la stessa materia. Questa richiesta è stata evidenziata a lei presidente il 7 aprile 2021, dopo che questo problema tecnico era stato evidenziato dal sottoscritto per 8 volte ai capigruppo della commissione. Dopo la risposta della presidente è arrivata il 13 aprile 2021. Il 28 aprile 2021 questo testo è stato messo nel calendario della commissione. Sono state fatte richieste di congiunzione del nuovo testo a firma Ronzulli, nel mese di maggio sono state fatte sette audizioni con 60 persone audite. Sono stati meno di tre mesi. Attraverso le audizioni di persone, associazioni, magistrati, costituzionalisti, educatori, professori, abbiamo sentito persone che non erano state sentite alla Camera, abbiamo compreso che ci sono non dei motivi ideologici, ma ci sono evidenti problemi di ordine tecnico-giuridico”.

L’intervento del leghista Andrea Ostellari: i problemi di ordine tecnico-giuridici del ddl Zan

A proposito dei problemi di ordine tecnico-giuridico del ddl Zan, poi, il presidente della Commissione Giustizia in Senato ha spiegato: “Si concentrano sull’articolo 1, 4 e 7. Noi abbiamo aperto il dibattito, grazie a questo lavoro. È arrivata anche una nota verbale della Santa Sede, che evidenzia sempre i medesimi nodi giuridici, non ideologici. Pur di trovare una soluzione abbiamo fatto anche un tavolo politico, con le forze di maggioranza che compongono questo governo. Sono pervenute delle proposte emendative da Lega, Forza Italia e Italia viva. Ho potuto lavorare su un’ipotesi di mediazione, che tiene conto anche di quello che avevamo sentito durante le audizioni. La senatrice De Petris mi ha suggerito di procedere al deposito di quella proposta di mediazione, illustrandola in commissione. Parte da un passo in avanti che tutti i gruppi hanno dimostrato: si prende il testo Zan come testo base, e si fanno tre modifiche. Questa è la strada, anche se qualcuno le ritiene troppo invasive. Certo che siamo uno stato laico, ma il tema è verificare se quei problemi di ordine giuridico li vogliamo risolvere oppure no”.

L’intervento del leghista Andrea Ostellari: la richiesta di sospensione

Dopo aver esaminato tutti i problemi di origine tecnico-giuridico, poi, Ostellari ha concluso: “È necessario, prima di procedere a votare, verificare se c’è la disponibilità politica al dialogo, che esiste a mio avviso nella maggioranza. Noi come commissione sono meno di tre mesi che lavoriamo su questo procedimento. La invito presidente a convocare una conferenza dei capigruppo per valutare se c’è la disponibilità a continuare il dialogo iniziato a quel tavolo politico, per arrivare in 15 giorni a un testo condiviso, migliore, senza le criticità sollevate da molti”.

Ddl Zan, polemiche in Senato: la decisione della presidente Casellati e le proteste dei senatori

Al temine dell’intervento di Ostellari, la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha scelto di approvare la richiesta di sospensione della seduta avanzata dal presidente della Commissione Giustizia, asserendo: “Alla luce di quanto ha detto, sospendo la seduta e convoco immediatamente la capigruppo”.

La decisione della presidente del Senato ha scatenato i politici in aula: in tanti, infatti. I senatori del Partito Democratico, di Liberi e Uguali e del Movimento 5 Stelle che sono intervenuti contro l’iniziativa relativa alla sospensione.

Le proteste scoppiate a Palazzo Madama dopo la sospensione comunicata dalla presidente Casellati hanno coinvolti i senatori del PD Franco Mirabelli e De Pretis che hanno contestato la misura annunciata.

Al pari dei senatori del PD, anche il senatore di LeU, Pietro Grasso, si è rivolto alla presidente Casellati, protestando: “Lei non lo deve consentire”.

A questo punto, la presidente del Senato ha richiamato all’ordine i parlamentari, rimproverandoli: “Non voglio un clima da stadio”.

In risposta all’invito della Casellati, la senatrice del M5S Alessandra Maiorino ha sottolineato: “Lei ha ragione a chiedere di non essere esasperati, ma all’esasperazione porta un presidente di commissione che ci ha impedito la calendarizzazione. Non posso parlare, ci sono solo fischi. Una mediazione sarebbe possibile se chi vuole mediare fosse davvero interessato ai diritti delle persone. Così non è. La Lega ha sempre negato che esista un problema di omotransfobia. Agli atti c’è una commissione Giustizia calpestata nelle sue prerogative. La prego di consentire l’avvio della discussione generale sul ddl Zan”.

Ddl Zan, polemiche in Senato: i senatori del centrodestra e di Italia Viva

Intanto, il senatore Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia si è rivolto alla presidente Casellati commentando la vicenda nel seguente modo: “Il gruppo di Fratelli d’Italia è molto sereno, prendiamo atto della sua cortesia, nei confronti del collega del Pd che ha chiesto di intervenire quando lei aveva già sospeso la seduta. Si tratta solo di bandierine ideologiche. Qui stiamo discutendo unicamente dell’opportunità o meno di convocare una capigruppo. La riunione dei capigruppo è la stessa che ha deciso sulla calendarizzazione. La prego presidente Casellati di riconfermare la sua decisione. È un atto di cortesia istituzionale”.

A questo proposito, la presidente Casellati ha precisato: “Avevamo già deciso di convocare una capigruppo alle 15 di oggi per capire lo stato dell’arte del ddl Zan ma, poiché alla stessa ora è stata convocata la commissione Giustizia, ho detto che la avrei rinviata. Quindi, la polemica è assolutamente pretestuosa perché era già stata annunciata nella chat dei capigruppo la mia volontà”.

La senatrice di Forza Italia Anna Maria Bernini, poi, ha ribadito: “Una mediazione non è ostruzionismo, ma vera tutela dei diritti”.

Infine, il senatore di Italia Viva Davide Faraone ha concluso: “Abbiamo il dovere, in conferenza di capigruppo, di verificare se c’è la possibilità di fare un percorso insieme per tutelare le persone che soffrono. Noi come Iv proporremo le nostre soluzioni in conferenza dei capigruppo”.

Ddl Zan, polemiche in Senato: ripresa e conclusione della prima giornata di discussione

In seguito alle polemiche emerse con la decisione della presidente Casellati di sospendere la discussione in Senato sul ddl Zan e procedere con la convocazione di una capigruppo, la prima giornata dedicata alla legge contro l’omotransfobia a Palazzo Madama è poi ripresa e si è conclusa nella serata di martedì 13 luglio.

In conclusione alla prima giornata di discussione, il leader della Lega Matteo Salvini ha dichiarato: “Aumentiamo le pene per chi discrimina, ma non tocchiamo i bambini”.

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, invece, si è espresso nel seguente modo: “Troviamo un accordo e approviamo una legge di civiltà, siamo ad un passo dal risultato ma così non passa”.