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Decreto Genova, caos sulle coperture per Ponte Morandi

ponte morandi

Il decreto è stato sbloccato dai tecnici della Ragioneria. Palazzo Chigi assicura che il testo è in arrivo al Colle.

Da Palazzo Chigi, il governo assicura che il decreto Genova è in arrivo al Colle e che non è incompleto. In una nota della Presidenza del Consiglio si legge: “Quanto alle notizie diffuse sul decreto emergenze e sulle presunte carenze di coperture finanziarie che sarebbero all’origine di ritardo nella sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, si precisa che queste notizie non corrispondono al vero. Gli interventi in conto capitale sono integralmente finanziati. Parimenti, quelli di parte corrente sono integralmente finanziati per il 2018 e, in parte, per gli anni successivi. Per la parte residua, sarà data copertura nella prossima legge di bilancio, che sarà presentata al Parlamento il 20 ottobre”. Dunque “nessun ritardo per l’avvio delle misure di sostegno”.

Il decreto fantasma

Ma quando il testo del decreto Genova è arrivata alla Ragioneria di Stato (dopo i rinvii che si sono susseguiti a partire dalla bozza del 13 settembre) per la “bollinatura”, i tecnici del Mef si sono trovati davanti un decreto fantasma. Puntini di sospensione al posto delle cifre per le coperture, che comprendono i costi per gli aiuti alle aziende, gli interventi nell’area del porto e nella zona franca, le assunzioni nella pubblica amministrazione con deroga alla legge Madia. A questi si aggiungono i problemi che potrebbero minare la legittimità del decreto, come i risarcimenti imprecisati e il progetto di chiedere i finanziamenti alla società Autostrade per poi affidare la ricostruzione ad altri.

I tecnici del Mef si sono affrettati a precisare che “la Ragioneria Generale non ha bloccato il decreto, ma lo sta sbloccando. Nelle prossime ore ci sarà la bollinatura del decreto Genova quindi la trasmissione al Quirinale”. Hanno quindi individuato le misure mancanti e le hanno trasmesse a Palazzo Chigi e al Mit.

Toti “Ricominciamo da capo”

Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria, si è detto sorpreso. “Stupiscono e preoccupano le voci di un ulteriore stop al Decreto Genova, fermo, a quanto pare, alla Ragioneria dello Stato, ancor prima di arrivare al vaglio della Presidenza della Repubblica dove, secondo gli annunci, sarebbe dovuto arrivare già da alcuni giorni. Mi chiedo se non sia più opportuno il ritiro del decreto per ricominciare da capo su basi più solide, condivise e realistiche“.

Di Maio “Autostrade non parteciperà”

Il vicepremier Luigi Di Maio, ospite a Porta a Porta, ha garantito che “ci sarà un commissario con poteri speciali e individuerà l’azienda che deve ricostruire il ponte. Sarà incorruttibile e preparato”. Ai microfoni di Circo Massimo, su Radio Capital, il leader pentastellato ha aggiunto: “Autostrade è responsabile del crollo del Ponte Morandi a Genova, per questo non parteciperà alla ricostruzione. La relazione della Commissione di indagine ci apre una prateria per la ricerca della Commissione”. I tempi della ricostruzione “ce li dirà il nuovo commissario. Sul nome ci stiamo lavorando, ma lo saprete presto”.

Anche il Mit accusa Autostrade

La Commissione del Mit ha confermato che le misure preventive di Autostrade “erano inappropriate e insufficienti considerata la gravità del problema”. La società “era in grado di cogliere qualitativamente l’evoluzione temporale dei problemi di ammaloramento, ma con enormi incertezze. Tale evoluzione, ormai già da anni, restituiva un quadro preoccupante, e incognito quantitativamente, per quanto concerne la sicurezza strutturale rispetto al crollo”.

Il ministro Danilo Toninelli ha dichiarato: “Ci costituiremo parte civile appena ne avremo facoltà, ossia in sede di udienza preliminare, dopo che la Procura avrà esercitato l’azione penale mediante la formulazione dei capi di imputazione”. Invece “nella fase dell’incidente probatorio non è tecnicamente possibile per il Ministero costituirsi quale parte offesa”.

La replica di Autostrade

Immediata la replica della società, secondo cui le accuse della Commissione del Mit sono “mere ipotesi ancora integralmente da verificare e da dimostrare, considerando peraltro che il comportamento della Concessionaria è stato sempre pienamente rispettoso della legge e totalmente trasparente nei confronti del Concedente”.