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Decreto lavoro del 1° maggio, Conte contro il Governo: "Lavoratori più precari e più soli"

Conte Giuseppe

Il leader del M5s Giuseppe Conte si pronuncia contro il decreto legge presentato dal governo Meloni che verrà approvato lunedì 1 maggio 2023 in Consiglio dei ministri

«Un decreto Lavoro contro i lavoratori» il giorno della festa dei lavoratori. Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte si pronuncia contro il decreto legge presentato dal governo Meloni che verrà approvato dopodomani, lunedì 1 maggio 2023, in Consiglio dei ministri.

L’accusa di andare indietro invece che avanti

Senza peli sulla lingua Conte si scaglia contro le misure proposte nel decreto, dalla riforma del reddito di cittadinanza al prolungamento dei contratti a tempo determinato. Il leader pentastellato parla di un Governo dalla «visione distorta», accusandolo di voler «creare una guerra fra lavoratori soffiando sul disagio sociale». E punge sui social: «[…] Il primo maggio celebra la Festa dei lavoratori con un decreto che rende i lavoratori più precari e più soli in un momento di difficoltà. Ci batteremo senza risparmio contro chi vuole calpestare la dignità del lavoro scolpita in Costituzione». La polemica social di Conte è poi proseguita dal vivo durante la campagna elettorale a Orbassano (TO), dove ha proseguito con la sua provocazione: «Se il Governo vuole fare questa smargiassata di convocare il Consiglio dei ministri il primo maggio, lo faccia per approvare il salario minimo legale: 4 milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori vanno avanti con paghe da fame di due, tre, quattro o cinque euro lordi all’ora. È una vergogna». Il salario minimo, come lo stop ai prolungamenti dei contratti a termine dopo l’anno e il reddito di cittadinanza, è da tempo un’altra bandiera del Movimento 5 Stelle».

Conte: «La (non) Festa di lavoratori»

Il leader poi M5s non si risparmia neanche sul Def (Documento di Economia e Finanza) e esprime a riguardo: «Preparano la pagliacciata del Consiglio dei ministri il primo maggio, Festa dei lavoratori. E lo fanno per smantellare il sistema di protezione che noi avevamo introdotto con il reddito di cittadinanza e per rendere ancora più precario il lavoro». E conclude ossimoricamente sulla Festa dei lavoratori: «Per i lavoratori c’è poco da festeggiare».