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Delitto di Garlasco, Alberto Stasi: "Chi mi chiede se ho ucciso Chiara non sa di cosa parla"

Alberto Stasi

Alberto Stasi è tornato a rilasciare un'intervista dopo tanto tempo; l'uomo, condannato a 16 anni per il delitto di Garlasco, ha ribadito la sua versione

Alberto Stasi, l’ex studente della Bocconi che è stato condannato a 16 anni per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, ha deciso di tornare a parlare in un’intervista.

Omicidio di Garlasco, l’intervista a ‘Le Iene’ di Alberto Stasi

L’oggi 38enne, Alberto Stasi, ha finalmente deciso di tornare a palare dopo anni chiuso nel suo silenzio. L’uomo ha rilasciato una lunghissima intervista per ‘Le Iene‘, in cui ha nuovamente ribadito la sua posizione sui fatti di Garlasco: “Perché ho deciso di parlare oggi? Per dare un senso a questa esperienza perché certe cose non dovrebbero più accadere. Se una persona vive delle esperienze come quella che ho vissuto io questa deve essere resa pubblica, a disposizione di tutti, e visto che ho la possibilità di parlare lo faccio, così che le persone capiscano, possano riflettere e anche decidere, voglio dire, se il sistema che c’è va bene oppure se è opportuno cambiare qualche cosa.”

Le parole di Alberto Stasi

Dal carcere di Bollate, in cui è rinchiuso da sette anni, Stasi ha ribadito ancora una volta di non aver ucciso la sua fidanzata:Quando mi chiedono se ho ucciso io Chiara penso che non sanno di cosa stanno parlando. Sembrava di remare contro un fiume in piena andando controcorrente, fin dall’inizio: una volta lo scambio dei pedali, un’altra volta il test solo presuntivo, e l’alibi che mi viene cancellato, l’orario della morte che viene spostato. Che verità c’è in tutto questo? Io sono stato assolto in primo grado, sono stato assolto in appello, sull’unica condanna il Procuratore generale presso la Corte di Cassazione ha chiaramente detto ‘Non si può condannare Alberto Stasi’, quindi, in Italia hanno un sistema che a oggi funziona così: la pubblica accusa dice ‘No, questa persona va assolta’ ma, nonostante questo, la persona viene condannata.” Alberto Stasi non si è abbattuto e racconta di voler continuare a pensare positivo e a guardare avanti: Oggi ho 38 anni e ho in mente di mettere a frutto tutte le esperienze negative che ho vissuto, un bagaglio conoscitivo che non può essere acquisito diversamente. Certe cose non le puoi metabolizzare se non le vivi. Se hai la fortuna, o sfortuna, a seconda del punto di vista, di vivere certe esperienze, acquisisci degli strumenti che puoi mettere a disposizione e io voglio fare questo. È un impegno diverso rispetto a quello che potevo desiderare quando avevo 24 anni, in cui volevo fare carriera nell’azienda più grande d’Italia, tanto per fare un esempio.”