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Denuncia choc di una madre: "Bullismo contro mio figlio down"

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Una mamma di Firenze denuncia terribili atti di bullismo nei confronti del figlio minore, affetto da sindrome Down. Gli aggressori sono tutti suoi coetanei.

Ancora una triste vicenda di violenza su minori e bullismo. Questa volta la vicenda è avvenuta a Firenze e viene raccontata alla stampa direttamente dalla mamma della vittima. Stando alla ricostruzione dei fatti, il figlio minorenne della donna, affetto da sindrome down, è stato vittima di bullismo da parte di tre ragazzi, tutti suoi coetanei. Il fatto è accaduto negli spogliatoi di una nota società sportiva di Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze. Ecco il racconto dettagliato della denuncia della madre.

Bullismo

E’ di pochi giorni fa la notizia della denuncia choc fatta su Facebook da parte della mamma di Olmo, un ragazzino di soli 13 anni, affetto da Sindrome Down, che di recente è stato vittima di attacchi di bullismo da parte dei suoi coetanei.

La vicenda

La vicenda sarebbe avvenuta negli spogliatoi di una nota società sportiva di Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze. E’ stato qui che il povero Olmo è divenuto vittima di bullismo da parte di tre ragazzi, tutti suoi coetanei che hanno deriso il ragazzo dopo averlo costretto a mangiare la sua merenda che avevano gettato nella doccia.

La denuncia della Mamma

L’atto di bullismo è stato da subito reso pubblico dalla stessa mamma di Olmo che non ci ha pesato due volte prima di denunciare l’accaduto con uno status su Facebook: «Bullismo contro mio figlio down: umiliato e deriso da tre coetanei».

La difesa del ragazzo

Per fortuna Olmo non è stato da solo contro i bulli, e a raccontarlo ancora una volta è la madre, sempre con uno status su Facebook: «Ci sono ancora ragazzini che non si piegano ai soprusi che denunciano che chiedono giustizia, che mettono a repentaglio la loro tranquillità per un amico. Quel ragazzo ha dimostrato un coraggio, una correttezza, una forza che quei tre messi insieme non avranno mai». A difesa del povero Olmo infatti si è schierato un altro ragazzo, anche lui di 13 anni, che senza pesarci un attimo si è messo in mezzo tra lui e i tre bulli, intimando loro di smettere e dicendogli che dovevano semplicemente vergognarsi per quanto stavano facendo.

I tre bulli

La mamma di Olmo ovviamente non risparmia le parole di aperta condanna nei confronti dei tre bulli che hanno aggredito il figlio: «Chissà se da ciò che hanno fatto potranno crescere. Lo auguro a loro e alle loro famiglie. Ma tu, figlio mio, hai tanti amici che ti vogliono bene perché sei tu, non per pietà o per fare una buona azione. Sono più gli amici che vogliono ridere con te di quelli vogliono ridere di te».

La condanna sui social

Sui social è stato immediatamente condannato ogni atto di bullismo attraverso la condivisione del post della mamma di Olmo. A condividere il post ci ha pensato anche Francesco Casini, il Sindaco di Bagno a Ripoli, il paese in provincia di Firenze dove è avvenuta l’aggressione. Il sindaco ha parlato personalmente con la mamma di Olmo è ha dichiarato: «In quello che è accaduto a Olmo, credetemi, c’è qualcosa di bello e ve lo voglio raccontare, così come la sua mamma lo ha raccontato a me poco fa, quando l’ho sentita per telefono per sapere cosa fosse successo. La cosa bella, su cui mi voglio soffermare, si chiama M. ed è il compagno di Olmo che ha tentato di difenderlo quando alcuni ragazzi gli hanno buttato la merenda nell’acqua della doccia per poi costringerlo a mangiarla. Il suo intervento lì per lì non è riuscito a fermare le prese in giro nei confronti di Olmo».

L’elogio del compagno

Per fortuna una brutta vicenda come quella che ha coinvolto Olmo, mette in luce anche comportamenti nobili che possono solo elogiarsi, come quello del compagno della vittima, che non ci ha pensato due volte prima di difenderlo contro i tre bulli. E’ ancora una volta il sindaco di Bano a Ripoli a elogiare il comportamento del ragazzo con le sue parole: «Ma il fatto che non sia rimasto indifferente di fronte a una ingiustizia, che abbia avuto il fegato di farsi avanti, di cercare di convincere i compagni a non prendersela con un amico con meno difese e poi di denunciare tutto all’insegnante è importantissimo. Lo è per Olmo, per i suoi coetanei e per tutti noi. Il coraggio di M. è una speranza, un seme che deve essere coltivato. Per questo sarei felice di incontrare sia lui che Olmo, per poter stringere la mano a entrambi e ringraziarli per averci mostrato con i fatti che il buono e le storie belle ancora esistono e dobbiamo tenerle con noi e farne tesoro».