> > Diciotti: in rivolta, 42 migranti denunciano Salvini

Diciotti: in rivolta, 42 migranti denunciano Salvini

Diciotti: in rivolta, 42 migranti denunciano Salvini

Sono 42 gli ospiti del centro di accoglienza Baobab a volersi costituire parte civile contro Matteo Salvini. L'accusa è di detenzione sulla Diciotti.

I migranti hanno sporto denuncia. Sarebbero 42 gli ospiti della struttura di accoglienza Baobab a volersi costituire parte civile nel processo penale contro il Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Sul leader della Lega penderebbe una accusa di sequestro di persona, a cui si aggiungerebbe quella sporta dai migranti: detenzione illegittima a bordo della nave. Salvini, in visita a Bari replica: “Altre 42 medaglie” al petto per la sua lotta all’immigrazione incontrollata.

La denuncia

L’associazione d’accoglienza Baobab torna alla carica. Dopo il blitz delle forze dell’ordine alla struttura dell’associazione, che secondo gli inquirenti avrebbe ospitato 16 migranti fuggitivi della Diciotti, il centro sociale torna a far sentire la propria voce. A dare conferma in conferenza stampa stata Giovanna Cavallo, portavoce della squadra di volontari che costituiscono l’associazione: “Non sono criminali, sono vittime” di un atteggiamento razzista e xenofobo, tuona il post della pagina Facebook dell’associazione.

Replica di Salvini

Da Bari, dove si trova per visitare i rioni più disagiati della città, Matteo Salvini risponde: “Gli unici razzisti che io conosco sono alcuni politici di sinistra che hanno trasformato Bari e l’Italia in un campo profughi. Razzisti verso gli Italiani”. Il Ministro dell’Interno ha ricacciato le accuse, confermando uno slogan tagliente che ha fatto il giro dei social. “Per i clandestini e delinquenti, la pacchia è finita. A Bari come in tutta Italia”, ha dichiarato il leader della Lega ai giornalisti del Giornale. Ricordando poi, nel suo intervento della manifestazione, che lui intende porre al primo posto i cittadini Italiani, Matteo Salvini ha ribadito che la sua battaglia è rivolta contro chi si trova in Italia non in regola e di non avere alcun timore per l’inchiesta in corso a suo carico. Forse, però, per questa volta prima degli italiani in sede processuale se la vedrà con i migranti.