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Dieselgate, aumento del bollo in vista, ma pagherà Volkswagen

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Il quadro generale del cosiddetto Dieselgate si sta preparando a nuovi sviluppi. Lo scorso 4 novembre, da Wolfsburg è arrivata l’ammissione che, ad essere stati manipolati, non sono stati soltanto i valori delle emissioni degli ossidi di azoto, ma anche quelli di anidride carbonica. Poco cambia,...

Il quadro generale del cosiddetto Dieselgate si sta preparando a nuovi sviluppi.

Lo scorso 4 novembre, da Wolfsburg è arrivata l’ammissione che, ad essere stati manipolati, non sono stati soltanto i valori delle emissioni degli ossidi di azoto, ma anche quelli di anidride carbonica. Poco cambia, verrebbe da dire, sempre di truffa si tratta. E invece le cose non sono così semplici, perché una decina di anni fa, quando gli stati europei accettarono di ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’ambito degli accordi per la salvaguardia del clima, in molti (19 paesi) stabilirono di legare l’importo del bollo di circolazione proprio ai livelli di emissioni: più CO2 emette un’auto, più alta è la tassa di circolazione da pagare. Va da sé che, se le auto Volkswagen sono state accreditate per determinati livelli di emissione e questi stessi livelli non sono stati rispettati, bensì risultano superiori, si configura una evasione fiscale in piena regola.

“Il gruppo Volkswagen garantirà il conguaglio di eventuali maggiori tasse” ha scritto il nuovo amministratore delegato della casa automobilista, Matthias Muller, in un lettera indirizzata ai ministri dell’Economia di tutti paesi dell’Unione Europea. Muller ha precisato di richiedere che i conteggi siano inviati a Wolfsburg, senza passare per i clienti, così da minimizzarne il disagio.

Se in Italia l’impatto può considerarsi minimo, perché la tassa di circolazione è legata alla potenza del motore e alla classe euro del veicolo (sebbene anche su questo punto, forse, si potrebbe avere da ridire), in altri paesi europei la situazione potrebbe essere molto diversa e, in alcuni casi, molto complicata. Le tasse sull’acquisto dei veicoli sono legate in modo diretto alle emissioni di CO2 in Francia, Gran Bretagna, Spagna, Austria, Belgio, Lettonia, Malta, Romania e Slovenia. A seguire lo stesso criterio sono poi le tasse di possesso o di circolazione in Germania, Grecia, Lussemburgo e Svezia. I paesi infine dove le emissioni di CO2 influenzano l’importo di qualunque tassazione legata alle automobili sono Irlanda, Olanda, Portogallo, Cipro, Finlandia e Croazia (fonte dati: Sole24Ore).

Il problema principale non sarà tanto legato alla disponibilità da parte di Volkswagen, quanto piuttosto individuare (ammesso che esistano) le modalità per poter procedere al conguaglio senza passare per i clienti.