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Digitale terrestre, 36 milioni di televisori sono a rischio

Rivoluzione tv in arrivo

Digitale terrestre, 36 milioni di televisori sono a rischio, La nuova tecnologia MPEG-4 li spedirà quasi tutti in soffitta entro l'estate 2022

Dal primo settembre e con la nuova tecnologia digitale terrestre 36 milioni di televisori sono a rischio. La nuova tecnologia si chiama MPEG-4 e la stima in merito al suo ingresso nelle case degli italiani parla di non meno di 36 milioni di apparecchi televisivi acquistati dagli italiani che giocoforza dovranno essere rottamati. Perché? Perché questi ultimi utilizzano la “vecchia” modalità MPEG-2, che di fatto non sarà più compatibile con i segnali ad alta frequenza in arrivo nei prossimi mesi. 

Digitale terrestre, 36 milioni di televisori e di decoder a rischio

Attenzione, il problema non potrà essere ovviato neanche con il decoder specifico in uso per la più parte dei televisori attuali. In soldoni significa che anche decine di milioni di decoder prenderanno la via dell’oblio. C’è un calendario e ci sono precisi step: lo switch off avrà un passaggio cruciale e definitivo a giugno 2022. Oltre quella data nessun apparecchio non idoneo riuscirà più a prendere il segnale. Vale a dire che dall’estate dell’anno prossimo 36 milioni di televisori italiani diventeranno soprammobili

Digitale terrestre, 36 milioni di televisori a rischio, cosa farà il governo

E il governo? L’esecutivo guidato da Mario Draghi ha preso in considerazione peso, incidenza e costi della transizione. È il motivo per cui fino a dicembre del 2022 le famiglie meno abbienti potranno beneficiare di un bonus per l’acquisto di un nuovo televisore o di un “dispositivo di decodifica esterno compatibile”. Attenzione: per famiglie meno abbienti si intendono i nuclei con  ISEE non superiore a 20 mila euro

Digitale terrestre, 36 milioni di televisori a rischio: il bonus da 100 euro

Allo studio anche la possibilità che, reddito a parte, possa essere erogato un bonus “ecumenico” di 100 euro per chi rottama il “vecchio” televisore, in pratica unn un incentivo ad acquistarne un’altra di recente generazione. In tema di decoder si passerà dalla criptatura DVBT alla DVBT-2. Quest’ultima include anche le frequenze del 5G, così come come richiesto dall’Unione Europea. Lo scopo è incentivare il mercato libero, sia delle emittenti televisive che dei cellulari. Da questo punto di vista la transizione verso tecnologie più smart fa anche il paio con la necessità di non privare gli italiani con censo basso della “consolazione” dello strumento televisivo, che nel pieno della pandemia per molti è stato una vera ancora di salvezza.