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Donna denunciata: si è finta vittima di uno stupro di gruppo

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Una donna marchigiana di 31 anni, che aveva passato la notte fuori casa, si è inventata una finta violenza per giustificarsi con i genitori

La donna di 31 anni aveva passato la notte a una festa in spiaggia a Cattolica con il suo fidanzato. Dopo la festa non aveva però fatto ritorno a casa. Così, per giustificarsi con i genitori, ha raccontato di essere stata vittima di uno stupro da parte di quattro persone. La presunta vittima, nata a Pesaro ma ora residente a Vallefoglia in provincia di Pesaro-Urbino, è stata invece denunciata per simulazione di reato da parte dei carabinieri di Cattolica, in provincia di Rimini. La sprovveduta rischia ora un processo per aver raccontato una “bugia” di così grande portata da generare allarme.

La 31enne il 25 aprile si era presentata alla Tenenza di Cattolica dicendo di essere stata vittima di violenza sessuale da parte di un gruppo di giovani non meglio identificati. Gli accertamenti portati avanti dagli agenti, però, hanno consentito di scoprire che il racconto era stato tutto il frutto di un’invenzione della 31enne. Lo scopo era quello di giustificare ai suoi genitori una prolungata assenza da casa, in compagnia del suo fidanzato.

La simulazione di reato

L’articolo 367 del Codice Penale sancisce: “Chiunque, con denuncia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima o sotto falso nome, diretta all’Autorità giudiziaria o ad altra Autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, afferma falsamente essere avvenuto un reato, ovvero simula le tracce di un reato, in modo che si possa iniziare un procedimento penale per accertarlo, è punito con la reclusione da uno a tre anni”.

Il finto stupro della 87enne di Brescia

Solo qualche settimana fa era successo un fatto analogo in provincia di Brescia. La vicenda riguardava Saint Petrisor, un manovale romeno che era finito in carcere nell’ottobre del 2016. L’accusa era appunto quella di avere violentato a Castelcovati una sua vicina di casa di 87 anni. Il 32enne, tornato poi in Romania dopo il fatto, accompagnato dal suo legale, aveva depositato in Procura a Brescia una querela per calunnia aggravata e simulazione di reato. Tutto ciò è stato giustamente intimato nei confronti dell’anziana e del vicino di casa, nonché amante della donna. L’uomo in questione, secondo gli inquirenti, avrebbe aiutato la signora nel tentativo di incastrare il romeno. Quest’ultimo, a causa delle loro false accuse, ha trascorso in cella ben 45 giorni.

L’anziana, nel dettaglio, aveva raccontato di essere stata sorpresa e violentata dal 32enne straniero all’interno della sua abitazione. Gli esami avevano invece dimostrato che le tracce biologiche rinvenute erano quelle di un 69enne del posto, con il quale la donna aveva una relazione. A oggi, dunque, la posizione del manovale risulta finalmente e definitivamente archiviata.