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“Donnacirco” è il primo album femminista in Italia: un disco per valorizzare l'importanza della donna

Donnacirco album femminista

"Donnacirco” è il primo album femminista in Italia. La sua incisione risale al 1974, ma non è mai stato pubblicato. Dopo 47 anni il progetto vede la luce.

Un progetto ambizioso, coraggioso e innovativo nato negli anni Settanta e che solo oggi riesce a vedere la luce. Un’iniziativa interessante e preziosa tutta a difesa delle donne: “Donnacirco” è il primo album femminista realizzato in Italia. È l’unico disco da solista di Gianfranca Montedoro con i testi di Paola Pallottino, stampato nel 1974 ma mai pubblicato prima d’ora. Nel 2021 dodici artiste hanno dato nuova vita al progetto discografico, reinterpretando in chiave moderna le dodici canzoni di “Donnacirco”.

“Donnacirco” è il primo album femminista in Italia: il progetto

Il concept album realizzato da due donne, l’autrice dei testi Paola Pallottino e la musicista e cantante Gianfranca Montedoro (all’anagrafe Giulia Zannini Montedoro), nacque dall’urgenza di analizzare e raccontare problemi e contraddizioni del comune vissuto quotidiano, utilizzando la metafora dei numeri del circo attraverso dodici canzoni. Scritti di getto, i dodici testi contenuti in “Donnacirco”, attraverso la metafora del circo, evidenziano una serie di aspetti della vita delle donne negli anni Settanta e affrontano importanti temi sociali quali l’aborto, il femminicidio e le diseguaglianze di genere.

A 47 anni dalla prima incisione, dal 4 giugno è disponibile in formato cd e in digitale “Donnacirco”, il progetto discografico in cui dodici artiste, colpite dalla forza e dalla straordinaria attualità dei temi trattati nei testi di Paola Pallottino, hanno deciso di reincidere e reinterpretare con il proprio stile e la propria sensibilità le dodici canzoni contenute in “Donnacirco”.

“Donnacirco”, Marzia Stano racconta il primo album femminista

Le dodici interpreti di “Donnacirco” sono Alice Albertazzi, Angela Baraldi, Enza Amato, Eva Geatti, Francesca Bono, Marcella Riccardi, Meike Clarelli, NicoNote (Nicoletta Magalotti), Suz (Susanna La Polla De Giovanni), Una (Marzia Stano), Valeria Sturba e Vittoria Burattini.

Nell’intervista esclusiva Marzia Stano ha parlato del progetto e ha spiegato: “Nasce dall’incontro tra Paola Pallottino e Susanna La Polla. Durante una cena si è parlato del disco, che già negli anni Settanta e nel contesto socio-culturale dell’epoca affrontava temi forti. Il disco è stato registrato tra il 1973 e il 1974, ma non è mai stato pubblicato. Così Susanna ha sentito il desiderio di fare qualcosa: nasce così il progetto corale di “Donnacirco””.

Marzia, in arte Una, ha poi confidato: “Nella mia carriera artistica ho trattato spesso temi come l’uguaglianza di genere, femminicidio e violenza sulle donne. Il mio coinvolgimento all’interno del progetto non è stato casuale. È un progetto molto ampio e originale, ma anche molto complesso: è un disco che continua a essere di difficile comprensione, anche nel 2021. È un disco non di mero intrattenimento, ma prevede un’analisi più approfondita.

Donnacirco album femminista

“Donnacirco”, un album femminista diviso tra passato e futuro

“Donnacirco” rispecchia il sentire di un’epoca e denuncia le piaghe dell’Italia anni Settanta. Tuttavia, alcuni problemi restano anche dopo quasi mezzo secolo e l’obiettivo, in questa situazione in bilico tra passato e presente, è garantire un futuro migliore.

A distanza di oltre 40 anni, il disco “lascia un’eredità preziosa”. Marzia ha intrapreso così un’esperienza “molto singolare e significativa: è una squadra di 25 donne, non sempre è facile trovarsi in accordo, soprattutto per le cantautrici. Noi siamo abituate a prendere decisioni in autonomia: in questo caso, invece, i volti sono tanti e sono tante anche le diverse visioni del femminismo, dell’attivismo e della militanza”.

Quindi ha aggiunto: “È un lavoro che ognuna sta facendo su sé stessa, ma tutte accumunate dal desiderio di equità di genere e della non violenza. Il tema della marginalizzazione è un ancora molto vivo: favorire una sensibilizzazione attorno al problema si rivela fondamentale”.