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Donne, in Turchia un femminicidio al giorno e poca tutela legale

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Roma, 24 nov. (askanews) - Nessun rapporto esplosivo, almeno in apparenza, ma un senso di accresciuta vulnerabilità e un numero crescente di femminicidi irrisolti. Le donne turche raccontano di sentirsi meno tutelate di fronte alle violenze da quando il loro paese ha lasciato ufficialmente la Con...

Roma, 24 nov. (askanews) – Nessun rapporto esplosivo, almeno in apparenza, ma un senso di accresciuta vulnerabilità e un numero crescente di femminicidi irrisolti. Le donne turche raccontano di sentirsi meno tutelate di fronte alle violenze da quando il loro paese ha lasciato ufficialmente la Convenzione di Istanbul, l’unico trattato internazionale che doveva proteggerle.

Il trattato, firmato nel 2011 proprio nella metropoli turca, è entrato in vigore nel 2014 e doveva aprire la strada a un quadro legale europeo per contrastare, prevenire e perseguire le violenze contro le donne. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan per decreto ha deciso il ritiro a marzo, divenuto poi ufficiale il 1 luglio 2021.

“I maschi autori di abusi sono stati incoraggiati – spiega Nursen Inal, attivista di We will stop Femicide – continuano le loro aggressioni e i numeri sono in crescita”.

“Questo paese si sveglia con un femminicidio al giorno”, ha aggiunto.

“Questo è il motivo per cui la Convenzione di Istanbul è importante. Perché muoiono così tante donne? Per la mancanza di adeguata indagine e azione penale. Questo è uno degli articoli chiave della Convenzione di Istanbul, che chiede di effettuare sempre un’adeguata indagine su ciò che accade alle donne”.

I conservatori del partito Giustizia e sviluppo di Erdogan hanno sostenuto che la Convenzione promuovesse l’omosessualità e minasse la famiglia tradizionale turca. Da marzo le attiviste per i diritti delle donne protestano contro il ritiro dalla Convenzione di Istanbul; il governo risponde che le leggi locali e la costituzione sono sufficienti per la tutela delle donne.

Anche se secondo i dati non si riscontra un aumento delle violenze, gli attivisti sostengono che si registra un grande numero di femminicidi irrisolti. Il brutale assassinio a Istanbul di una 28enne, Basak Cengiz, un’architetta, ammazzata a coltellate da un uomo che brandiva una spada da samurai, ha scioccato il paese. L’uomo accusato del reato, Can Goktug Boz, avrebbe detto alla polizia di aver commesso il femminicidio perché si annoiava.

Dall’inizio del 2021 sono 345 le donne uccise nel Paese, secondo l’organizzazione “We Will Stop Femicide”; nel 2020 i femminicidi in Turchia sono stati 410, molti dei quali avvenuti in circostanze mai chiarite.