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Donne negli stadi in Arabia Saudita: la svolta del principe

Donne negli stadi

Donne negli stadi dell'Arabia Saudita: lo annuncia il principe. La riforma coinvolgerà inizialmente le più grandi città del regno, fino ad estendersi gradualmente anche agli altri centri. Le donne saudite potranno dunque assistere agli eventi sportivi del 2018. Saranno costruiti stadi atti ad acc...

Donne negli stadi dell’Arabia Saudita: lo annuncia il principe. La riforma coinvolgerà inizialmente le più grandi città del regno, fino ad estendersi gradualmente anche agli altri centri. Le donne saudite potranno dunque assistere agli eventi sportivi del 2018. Saranno costruiti stadi atti ad accogliere le famiglie e non più soltanto gli uomini. Si tratta di un altro passo avanti nell’emancipazione femminile, dopo la recentissima abrogazione del divieto di guida.

Arabia Saudita: donne negli stadi

Il principe Mohammed Bin Salman sta avviando una serie di riforme per modernizzare la società saudita e dare una spinta all’economia. Dopo l’abrogazione lo scorso mese del divieto di guida, giunge quella del divieto di recarsi negli stadi.

Le donne saudite potranno assistere a tutti gli eventi sportivi del 2018. Sarà necessaria una ristrutturazione degli stadi per renderli adatti alle famiglie. Lo ha dichiarato Turki Al Asheikh. Al Asheikh è attualmente presidente dell’Autorità generale dello Sport e del comitato Olimpico dell’Arabia Saudita. I primi plessi ristrutturati saranno quelli delle città più grandi del regno, Riad, Dammam e Gedda. Il presidente garantisce l’accessibilità entro il 2018.

In concomitanza con questa straordinaria novità per le donne, è giunta anche la nomina a presidente della Federazione saudita delle comunità sportive della principessa Reema Bint Bandar.

I precedenti

Donne negli stadi

La notizia delle due donne saudite, arrestate e processate nel 2014 per aver sfidato il divieto di guida, aveva sconvolto l’Occidente. Così come la frase dello sceicco Saad Al Hajry, che per giustificare il divieto aveva dichiarato: “Le donne hanno un quarto di cervello degli uomini”.

Nonostante le polemiche, il mese scorso il principe Salaman ha decretato le fine del divieto di guida per le donne saudite. I sostenitori dei diritti delle donne hanno accolto con soddisfazione (ma anche con riserbo) l’annuncio.

Le prime patenti potranno essere emesse a partire da giugno 2018 e potranno essere ottenute anche in assenza del proprio guardiano. Le donne saudite, infatti, sono vincolate all’azione dall’approvazione del guardiano. Per uscire dal paese, per lavorare, ma anche per ottenere cure mediche o uscire di prigione dopo aver scontato una pena, alle donne serve il permesso del proprio padre, fratello o marito.

Si tratta dunque di una svolta epocale, combinata al permesso di accedere agli stadi e con essi ad attività ricreative considerate finora esclusivamente “maschili”.

La motivazione di questi cambiamenti è da ricercarsi nella condizione economica dell’Arabia Saudita. In seguito al crollo del prezzo del petrolio, Riad sta cercando di liberarsi dalla dipendenza dal mercato dell’oro nero. Per farlo, il paese ha bisogno di riforme. Per le riforme, bisogna spingersi verso la modernità, come ha confermato lo stesso ambasciatore saudita a Washington. Questo comporta conferire maggiore libertà alle donne e accettare – non senza polemiche – qualche compromesso.