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Doom 2016 per ps4: trucchi per giocare

Doom 2016 per ps4 trucchi per giocare

Doom 2016 per ps4: ecco a voi tutti i trucchi per giocare, spendere poco e i consigli per godere a pieno del nuovo gioco. Doom (sì, si chiama esattamente così anche se in origine si sarebbe dovuto chiamare Doom 4) è un FPS uscito il 13 maggio 2016 per ps4 e per le altre consoles next-gen come...

Doom 2016 per ps4: ecco a voi tutti i trucchi per giocare, spendere poco e i consigli per godere a pieno del nuovo gioco.

Doom (sì, si chiama esattamente così anche se in origine si sarebbe dovuto chiamare Doom 4) è un FPS uscito il 13 maggio 2016 per ps4 e per le altre consoles next-gen come seguito di Doom 3, del 2004, sviluppato da id Software e prodotto da Bethesda. Riprende esattamente il nome del capostipite del 1993: sarà un caso? Assolutamente no! Infatti sono numerosi i punti di contatto con quello che è stato definito un indiscusso fenomeno nella storia dei videogiochi che ha dato vita al genere degli sparatutto in prima persona, categoria che ha preso sempre più piede negli anni a venire. Volete un esempio? La saga Call of Duty, che non esisterebbe se non ci fosse stato Doom.

Dunque quali sono i punti in comune? Partiamo con il più importante, il gameplay. Probabilmente l’aspetto fondamentale che ruota attorno a questo genere di videogiochi è la giocabilità, che il team di id Software riesce a mantenere dannatamente frenetica, coinvolgente e divertente, come era del resto più di venti anni fa. La componente cinematografica e prettamente estetica viene messa un po’ da parte mentre si punta sulla frenesia e la godibilità.

Un esempio su tutti serve a far capire meglio. Nei giochi attuali degli sparatutto, c’è un tasto apposito per la ricarica delle armi. In Doom non è così: se hai una mitragliatrice con 300 colpi, puoi utilizzarli tutti insieme, tutti d’un fiato, e poi stop, A meno che non ritrovi per terra alcuni proiettili che si vanno a sommare a quelli rimasti.

Proprio come funzionava il Doom originale. A ben vedere si tratta di un’importante novità che funziona bene e si integra alla perfezione con il gameplay del gioco. Tutto questo per far capire che il nuovo Doom funziona così. come l’originale: viene messo in primo piano il voler giocare senza tanti fronzoli. Scelta assolutamente consapevole e gradita che si sposa con un grande ritorno al passato del titolo.

Restando alla giocabilità, il ritmo che ritroviamo nell’ultimo episodio della saga è davvero frenetico, con una colonna sonora che sottolinea questo aspetto, dove l’alta tensione la fa da padrona, sia nella modalità giocatore singolo che nel multiplayer. La fluidità del gioco viene messa davanti all’ossessione grafica, rinunciando, da una parte, a qualche effetto, alla perfezione e all’impatto clamoroso che qualcuno si poteva aspettare all’uscita del gioco ma dall’altra, i 60 frame al secondo sono garantiti per tutta l’esperienza ludica.

La campagna singola, da sola, vale il prezzo del biglietto: per completarla servono almeno quindici ore di gioco, dove occorrono una voglia matta di uccidere demoni e dove bisogna avvalersi di una marea di proiettili se vogliamo farli fuori il più possibile. E’ suddivisa in tredici capitoli, ognuno ambientato con una mappa ben articolata e piena zeppa di segreti. Se vogliamo raccogliere i potenziamenti delle armi, migliorare la corazza e le abilità del nostro alter-ego, dovremmo esplorare in modo approfondito l’ambiente che ci circonda.

Anche nel multiplayer si ritrova l’elemento della rapidità: l’imperativo è mai fermarsi. La voglia di uccidere e massacrare un avversario è troppo forte e gli scontri sono quasi un’ossessione.

Non mancano gli elementi che fanno storcere il naso, sia ben chiaro, come per esempio i fenomeni di tearing, a volte troppo evidenti, oppure gli elementi grafici che si ripetono spesso, rendendo le location ridondanti e troppo uniformi. Inoltre ci sono degli elementi che creano un certo sbilanciamento, come per esempio le corazze, che risultano ancora troppo importanti, oppure le armi, in cui alcune prevalgono eccessivamente su altre.

Suggeriamo vivamente, a chi era piaciuto il Doom del 1993, di acquistarlo perché è terribilmente divertente, giocabile, fluido e ti mette una gran voglia di massacrare i nemici, ludicamente parlando. Approfittatene ora!

Passiamo ora ai trucchi e consigli utili per godere a pieno il gioco. Una precisazione: è bene farsi una copia di sicurezza se si vuole usare i trucchi perché potrebbe capitare di vedersi cancellati i salvataggi. Durante le missioni della campagna singola ci saranno dei livelli segreti; si tratta di uno dei tanti collegamenti con il primo episodio.

Troveremo una leva (è ben nascosta rispetto al percorso principale) che, una volta tirata, aprirà una porta segreta dove ci saranno al suo interno gli stessi nemici della missione ma con una mappa con riferimento grafico del primo Doom. Altro aspetto interessante: ogni livello potrà essere rigiocato attraverso il menù principale. Per poter far questo, bisogna spuntare l’opzione “Livelli classici” dal menù della campagna.

In Doom 2016 ci sono tutta una serie di trofei e obiettivi da raggiungere: vediamone alcuni tra i più importanti. L’obiettivo Il cerchio si chiude si sblocca ottenendo tutte le rune. Nella campagna ci sono 12 sfide per ottenere altrettante rune che ci offrono grandi bonus nel gioco, come le munizioni per esempio, facendoci salire di livello.

Di seguito dei consigli su come sconfiggere tre boss finali. Nella missione 9, sconfiggendo il Cyberdemone, sbloccheremo l’obiettivo “Sparagli finché non muore”. Questo è il primo boss del Doom anni ’90. Si tratta di un combattimento abbastanza facile: è sufficiente schivare i razzi dell’avversario in cerchio e fare un doppio salto quando usa il raggio laser. Per sconfiggerlo serve il fucile d’assalto, sia la prima volta, che quando si rigenera.

Nella missione 11, sconfiggendo il boss “Guardie infernali”, sbloccheremo l’obiettivo “Circondato? Nessun problema”. E’ il secondo boss di Doom. Anche in questo caso, lo scontro è diviso in due fasi: nella prima bisogna attaccarlo quando lo scudo è giù. Nella seconda, ci sono due Guardie Nazionali anziché una ma non hanno alcun scudo, quindi è più semplice attaccarli.

Nell’ultima missione, la numero 13, sconfiggendo l’Aracnomente suprema, sbloccheremo l’obiettivo “Chi è il prossimo?”. Dato che questo boss ha tanta salute, è consigliabile avere il pieno di munizioni col BFG. Ma ha un punto debole: mirate al cervello.

Come sbloccare i livelli

I livelli presenti nella modalità singleplayer sono quattro, con i nomi ripresi dal Doom originale. Abbiamo “Ultra-Violenza”, “Fatemi Male” (difficoltà media), “Incubo” (difficoltà alta) e l’ultima, denominata “Ultra-Incubo”, disponibile dopo aver completato la campagna singola a prescindere dal livello di difficoltà.

Prezzi e recensioni

Per quanto riguarda i prezzi, visto che il gioco è ormai uscito da quasi un anno, si trova anche a meno di venti Euro presso le più importanti aziende di e-commerce, mentre se ci accontentiamo di un gioco usato, il prezzo scende ulteriormente, arrivando a pagarlo anche meno di quindici Euro. Basta fare una semplice ricerca sul Web e il gioco è fatto!

Comprare il gioco online

Ormai comprare online è diventata un’operazione così diffusa e sicura che non c’è motivo, soprattutto per i più avvezzi, di comprare per forza recandosi fisicamente in negozio. Ovviamente il gioco deve valere la candela: quindi occhio alle spese di spedizione, se previste, e la convenienza, rispetto all’acquisto classico in negozio, deve essere importante.

Usato o nuovo?

In questo caso non è semplice dare un parere secco. Si tratta di capire chi compra il gioco. Se è un “casual player” oppure una persona che punta soprattutto al risparmio, allora può cercare delle buone occasioni sull’usato, visto che il gioco è uscito da tempo. Se invece si tratta di una persona che vuole massima garanzia di possedere un gioco perfettamente funzionante, o meglio ancora di un patito del genere o di un collezionista, allora meglio puntare sul nuovo. Tutto sommato, visto che la differenza di prezzo tra nuovo e usato è davvero minima, meglio la prima opzione.