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Dora Ratjen, l’uomo che gareggiò alle Olimpiadi da donna

Dora Ratjen

Dora Ratjen, record mondiale di salto in alto femminile alle Olimpiati di Berlino nel 1936, era in realtà un uomo: ecco la sua incredibile storia

ll 21 settembre del 1938 Dora Ratjen stava tornando a casa in treno, dopo aver stabilito il record mondiale di salto in alto femminile. La giovane, appena scoperta, tirò un sospiro di sollievo. Era infatti stanca di fingere di essere una donna. Portava calze velate e scarpe chiare insieme a un sobrio tailleur grigio, mentre tornava in Germania da Vienna, reduce dai campionati europei di atletica leggera. Qui Dora aveva vinto la medaglia d’oro nonché stabilito il nuovo record mondiale di salto in alto con 1,70 metri.

Il suo abbigliamento non ingannò un controllore e due viaggiatrici, che la scambiarono per un transessuale, genere peraltro non contemplato e perseguitato all’epoca. Alla stazione di Magdeburgo venne quindi fatto intervenire un poliziotto. Si scoprì dunque che la donna che viaggiava sul treno era in realtà un uomo, le si vedeva perfino un accenno di barba! Non soddisfatto dai documenti della ragazza, l’agente invitò la giovane a seguirlo alla stazione di polizia, minacciando di procedere con una verifica fisica.

ermafrodito

Dopo un primo momento di esitazione, l’atleta confessò di essere in realtà un uomo. Ratjen, che poi prese il nome di Heinrich, venne accusato di sospetta frode sportiva per il periodo compreso tra il 1934 e il 1938. Tutte le sue medaglie vinte furono confiscate. Ma il ragazzo, allora ventenne, aveva del resto sempre vissuto come una donna. I suoi caratteri sessuali erano stati infatti fin dalla nascita piuttosto dubbi. Tutto ebbe inizio a Ericshof, vicino a Brema, il 20 novembre 1918. Qui la signora Ratjens, già madre di tre bambine, diede alla luce il quarto figlio. L’ostetrica presente al parto in casa subito gioì urlando che era un maschio. Ma dopo pochi minuti si corresse e disse che era una ragazza. Come femmina, quindi, il neonato venne registrato all’anagrafe con il nome di Dora.

Dora Ratjen ermafrodito

Ai genitori, semplici e di sicuro non abbienti, rimasero comunque dei dubbi, tanto che fecero controllare i genitali della bambina. Quando la piccola aveva circa nove mesi, la fecero vedere dal medico che la stava visitando per una polmonite. Secondo il dottore c’era effettivamente qualcosa che non andava. Ma il medico consigliò di lasciar perdere, perché in ogni caso non si poteva fare niente. Non è chiaro se Dora fosse un ermafrodito o semplicemente un bambino a cui non avevano saputo riconoscere il sesso.

uomo donna

Comunque sia, Dora venne allevata come una bambina, esattamente al pari delle sue sorelle maggiori. Quello che non avevano capito i dottori e la famiglia lo comprese però Dora. “A 10 o 11 anni ho iniziato a capire che non ero femmina, ma maschio. Non ho mai chiesto ai miei genitori perché dovevo indossare abiti femminili anche se ero maschio. Dopotutto quelli erano anni in cui non si parlava di sesso in famiglia. Dora dovette quindi accettare, volente o meno, quello che era stato deciso alla sua nascita. La ragazza nascondeva i suoi caratteri maschili, non si metteva in costume e non andava nemmeno a ballare. Venne così considerata una solitaria. Dal 1934 si consolò però grazie allo sport, diventando una saltatrice eccezionale, una delle atlete di punta della squadra olimpica tedesca.

Dora ai giochi olimpici di Berlino

Proprio durante la preparazione per i giochi olimpici del 1936 a Berlino, Dora incrociò il proprio destino con quello di un’altra saltatrice, Gretel Bergmann. La ragazza era di origine ebrea, prima estromessa dalla squadra tedesca e poi richiamata. La Bergmann non sospettò mai nulla in merito all’identità di Dora Ratjens. A lei poi non fu più consentito di gareggiare con la scusa dei suoi scarsi risultati. Fu sostituita proprio da Dora, che si classificò quarta. Secondo la Bergmann, Dora fu costretta a farlo.

Olimpiadi 1936

Più tardi, nel 1957, Heinrich Ratjen dichiarò di aver partecipato alle Olimpiadi in vesti femminili su richiesta della Gioventù hitleriana. Ma i documenti ufficiali suggeriscono invece una verità diversa. Sembra infatti che i nazisti non conoscessero il vero genere di Dora Ratjen, che era una donna all’anagrafe e come tale aveva sempre vissuto. In sostanza non potevano sapere che Dora era un maschio. Lo scoprirono solo nel 1938, quando quello zelante poliziotto volle verificare cosa si nascondesse sotto gli abiti di una ragazza dall’aspetto mascolino. I risultati degli esami medici a cui Dora venne sottoposta non sono mai stati resi noti. Dopo la fine della secondo conflitto mondiale, Heinrich Ratjen ha condotto una vita molto riservata ed è morto a Brema nel 2008.