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“Dovranno morire”: il Tar conferma l’abbattimento dei maiali della Sfattoria

Sfattoria, il Tar conferma l'abbattimento e dà ragione alla Asl

In attesa dell'udienza di merito del 12 settembre prossimo per la notifica alla struttura il Tar conferma l’abbattimento dei 140 maiali tranne due

I giudici non l’hanno messa proprio così ma il sunto è che quegli animali “dovranno morire”: il Tar del Lazio conferma l’abbattimento dei maiali della Sfattoria degli Ultimi, il ricovero per animali di Roma Nord raggiunto da un provvedimento dell’azienda sanitaria locale. Secondo il pronunciamento potranno essere tenuti solo “due maiali da affezione”. Il duello è orchestrato in questi termini: da un lato c’è la Asl che dice che gli animali della struttura, cinghiali e maiali non destinati alla macellazione, devono essere abbattuti in base alla normativa per il contenimento della peste suina, dall’altro c’è il gruppo di volontari della Sfattoria e ci sono le associazioni animaliste che chiedono che gli animali, impossibilitati a trasmettere in contagio perché animali “da affezione”, restino vivi e nella struttura. 

 Il Tar conferma l’abbattimento dei maiali 

E dei circa 140 esemplari salvati dalla strada o provenienti da situazioni di stress e maltrattamento, bisognerà decidere quali saranno i due che dovranno vivere, un po’ come i tacchini negli Usa con il Presidente in occasione del Giorno del Ringraziamento. In punto di Diritto i giudici non hanno rilevato “seria ragione per derogare alle misure di profilassi e contenimento del virus Psa“. Il prossimo 12 settembre si andrà nel merito con l’udienza collegiale per “decidere definitivamente sulla fase cautelare”, cioè sulla sospensiva del decreto. 

Le parole del legale della Asl 

Il legale della Asl Antonino Galletti ha detto all’Ansa: “Si conferma così la legittimità dell’operato dell’azienda  che ha agito in doveroso ossequio con la disciplina vigente dettata dal legislatore eurounitario ed italiano, dal ministero della Salute, dal commissario straordinario per la peste suina e dal prefetto”.