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Dpcm, attesa per il 22 settembre la pronuncia della Corte costituzionale

coronavirus

È attesa per il prossimo 22 settembre la pronuncia della Corte costituzionale relativa alla validità e alla legittimità dei Dpcm Covid.

Il prossimo 22 settembre, la Corte Costituzionale si pronuncerà in merito alla validità dei Dpcm utilizzati per fronteggiare e gestire la pandemia da coronavirus, ai quali si è ricorso per l’intera durata dell’emergenza sanitaria ancora in atto.

Dpcm, attesa per il 22 settembre la pronuncia della Corte costituzionale

Nella giornata di mercoledì 22 settembre, la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sulla validità e sulla legittimità dei Decreti del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) emanati per contrastare la diffusione della pandemia.

Una simile pratica è stata più volte criticata nel corso dei mesi vissuti sotto la guida del Governo Conte bis: ciononostante, è stata impiegata anche dal Governo Draghi. In quest’ultimo caso, ad esempio, un Dpcm è stato emanato nel mese di marzo 2021 per la chiusura delle scuole in zona rossa o, più recentemente, nel mese di luglio per introdurre il Green Pass obbligatorio.

Dpcm, attesa la pronuncia della Corte costituzionale: l’art. 78 della Costituzione

La Corte Costituzionale, quindi, è stata chiamata a esaminare le disposizioni di due Dpcm promulgati dal Governo Conte bis ossia il numero 6 del 23 febbraio e il numero 19 del 25 marzo. In entrambi i casi, secondo quanto evidenziato dal Giudice di Pace di Frosinone, sarebbe stata commessa una violazione, delegando al Governo la funzione legislativa, utilizzata per emanare atti amministrativi.

La funzione legislativa, tuttavia, può essere esercitata esclusivamente dal Parlamento che non può mai delegarla per atti amministrativi.

Inoltre, il Giudice di Pace di Frosinone ha anche segnalato una violazione dell’articolo 78 della Costituzione italiana in quanto il Governo può giustificare il ricorso a poteri speciali soltanto in stato di guerra.

Dpcm, attesa la pronuncia della Corte costituzionale: il Giudice di Pace di Frosinone

Nel mese di marzo, la Consulta aveva diramato la sentenza numero 37 con la quale aveva affrontato la suddivisione dei settori di competenza tra Stato e Regioni, senza però analizzare la spinosa questione dei Dpcm.

L’analisi dei Dpcm Covid, tuttavia, si è resa necessaria in seguito alle contestazioni presentate dal Giudice di Pace di Frosinone. Il sistema basato sui decreti-legge/Dpcm, infatti, creerebbe un nuovo statuto normativo dell’emergenza attraverso il quale vengono adottate “regole normative primarie per la disciplina dell’emergenza sanitaria da COVID-19”, che non rispettano quanto riportato dall’art.78 della Costituzione italiana.