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Draghi: parole del governo hanno fatto alzare lo spread

Mario Draghi

Mario Draghi lancia un monito all'Italia, spiegando che dopo le parole la BCE aspetta "i fatti" e principalmente la legge di bilancio.

Mario Draghi afferma che il rialzo dello spread in Italia è dovuto in particolare ad alcune “parole cambiate molte volte” dette dagli esponenti del governo Lega-M5S. Il presidente della BCE dichiara quindi di aspettare dal nostro esecutivo “i fatti”, sottolineando che non ci sarà bisogno di misure ad hoc se “il primo ministro italiano, il ministro dell’Economia e il ministro degli Esteri” rispetteranno, come dichiarato, “le regole” sui conti pubblici.

Draghi: affondo sul governo

“Negli ultimi mesi le parole sono cambiate molte volte e quello che ora aspettiamo sono i fatti, principalmente la legge di bilancio e la successiva discussione parlamentare” chiarisce Mario Draghi in conferenza stampa, lanciando un monito al governo gialloverde di Lega e M5S. Il presidente della Banca centrale europea fa riferimento in particolare a quelle dichiarazioni che hanno fatto impennare lo spread. “Purtroppo – ha sottolineato – abbiamo visto che le parole hanno fatto alcuni danni, i tassi sono saliti, per le famiglie e le imprese”.

Draghi non nasconde come questo problema sia solo italiano visto che “tutto ciò non ha contagiato granché altri paesi dell’Eurozona”. A chi gli chiedeva se l’Eurotower stava ipotizzando misure per evitare fenomeni di contagio, il presidente lascia intendere, forse un po’ maliziosamente, che non ci sarà bisogno di alcun intervento perché “la Banca centrale europea si atterrà a ciò che hanno detto il primo ministro italiano, il ministro dell’Economia e il ministro degli Esteri, e cioè – sottolinea – che l’Italia rispetterà le regole” europee e di bilancio.

Riguardo il fatto che l’imminente fine del quantitative easing potrebbe mettere in pericolo i conti dell’Italia, Mario Draghi precisa invece: “Il mandato della BCE è la stabilità dei prezzi e il Qe è uno degli strumenti con cui lo perseguiamo. Non è nostro compito – aggiunge – assicurare che i deficit dei governi siano finanziati in qualsiasi condizione”.