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Due minuti e mezzo alla fine del mondo, così dice il Doomsday Clock

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La fine del mondo è vicina. Non siamo mai stati così prossimi all’Apocalisse. A dirlo è il Doomsday Clock, l’Orologio dell’Apocalisse. Ideato nel 1947, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, da un gruppo di scienziati e ricercatori dell’Università di Chicago, il Doomsday Clock è u...

La fine del mondo è vicina. Non siamo mai stati così prossimi all’Apocalisse. A dirlo è il Doomsday Clock, l’Orologio dell’Apocalisse.

Ideato nel 1947, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, da un gruppo di scienziati e ricercatori dell’Università di Chicago, il Doomsday Clock è un particolare orologio che fornisce all’umanità un’indicazione oraria molto specifica.

Che cos’è il Doomsday Clock

Non si tratta di un orario tradizionale, infatti, ma di un countdown in continuo aggiornamento, ovvero dell’indicazione di quanto tempo manca alla fine del mondo. Sul Doomsday Clock, la mezzanotte indica la fine del mondo e l’orologio si “limita” a indicare quanto tempo manca aggiornandosi di continuo in base a ciò che avviene nel mondo.

Nel giorno dell’inaugurazione, quando, per porre fine al conflitto bellico, gli Stati Uniti impiegarono per la prima volta le bombe atomiche sganciandole sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, le lancette indicavano sette minuti alla mezzanotte. Uno scenario critico, ma non il più critico. Nel 1953, infatti, il team del Bulletin of the Atomic Scientists, che dal 1947 si occupa di gestire l’orologio, spinse le lancette fino a due minuti alla mezzanotte, lasciandole in quella posizione fino al 1960. Era il periodo dei test termo nucleari condotti in contemporanea dagli Stati Uniti e dall’URSS.

17 minuti nel 1991, 2 minuti e mezzo oggi

Per contro, la massima distanza dalla fine del mondo fu raggiunta nel 1991, quando USA e Russia iniziarono le procedure di riduzione degli arsenali nucleari dichiarando terminata l’era della Guerra Fredda.

Da allora, le lancette del Doomsday Clock si sono spostate in avanti in modo inesorabile. Dai 14 minuti del 1995, quando ci si accorse che gli arsenali atomici non si stavano riducendo davvero secondo i programmi, ai 7 minuti del 2002, in un mondo sconvolto dalle preoccupazioni legate agli attacchi terroristici. Dai 3 minuti del 2012 – 2015, quando l’atteggiamento della comunità internazionale nei confronti dell’allarme circa i cambiamenti climatici portò il Bulletin of the Atomic Scientists a ritenere che “le probabilità che si verifichi una catastrofe globale sono molto alte”, ai 2 minuti e mezzo attuali. Oggi, il Doomsday Clock dice che il pericolo di una catastrofe nel 2017 è“ancora più grande” e l’esigenza di agire ancora più stringente.