Durante una seduta di agopuntura gli perforano un polmone e potanzialmente stroncano la carriera di una stella dello sport. Il nuotatore olimpico già oro europeo Andrea Rolla chiede giustizia per quell’immenso danno ed ha trascinato a giudizio il sedicente terapeuta che gli aveva conficcato un ago fin dentro il polmone causandogli uno pneumotorace. I fatti, come spiega il Messaggero, sono del novembre del 2014. In quelle circostanze Andrea, campione di nuoto classe 1989, riporta la perforazione di polmone a seguito di un trattamento di agopuntura.
Seduta di agopuntura fatale, gli perforano un polmone
Ma cosa successe? Che Andrea arrivò dai due fisioterapisti per curare un dolore a una spalla sinistra ed uscì con una menomazione permanente al suo fisico ed ai sogni che quel fisico gli aveva indotto. In bacheca Rolla aveva un oro europeo e una partecipazione alle Olimpiadi di Londra nel 2012. Tutto sarebbe finito e Piazza Bologna a Roma. L’ipotesi è che i due fisioterapisti non avessero le competenze per effettuare quella terapia che andrebbe eseguita da un medico. Uno di loro, che oggi è in atti penali per esercizio abusivo della professione medica, inserì l’ago “tra la scapola e la colonna vertebrale dell’atleta”.
L’ago fra scapola e colonna vertebrale
E con quel gesto in sospetto nesso eziologico gli perforò il polmone sinistro provocandogli un pneumotorace. Rolla tornò a casa respirando male ma i due fisioterapisti invece di indirizzarlo verso un pronto soccorso si limitarono a minimizzare l’accaduto. Pochi giorni dopo, ad inizio dicembre, Andrea era finito al pronto soccorso dell’ospedale San Camillo di Roma e ne esce con una diagnosi: se fosse stato subito indirizzato ad uni spot sanitario lui quel problema lo avrebbe potuto ovviare meglio e la sua carriera sarebbe proseguita. In ordine al processo scaturito da questa vicenda è attesa sentenza del giudice monocratico a settembre.