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Ecco come ha fatto Gianpaolo Baggio a sopravvivere 7 giorni

Gianpaolo Baggio tratto in salvo in elicottero

Su come abbia fatto Gianpaolo Baggio a sopravvivere per tanto tempo dopo la caduta sul Matajur determinante è stato il download del suo percorso

Acqua da una pozzanghera, fibra d’acciaio e traccia della sua ferrata stanata dai soccorritori: ecco come ha fatto Gianpaolo Baggio a sopravvivere 7 giorni da solo, senza cibo e acqua ed un metro quadro. Il 31enne escursionista di Torreano, in provincia di Udine, è rimsato disperso per una settimana sulle montagne del Friuli, e i team del Soccorso Alpino Speleologico regionale stanno analizzando le circostanze che hanno reso possibile quel “miracolo”. Innanzitutto la sete: Giampaolo l’ha domata bevendo da una piccola pozzanghera che si era formata dopo un temporale. I soccorritori del 31enne hanno spiegato anche che si è salvato “allo stremo proprio l’ultimo giorno”

Come ha fatto Gianpaolo Baggio a sopravvivere 

“Ha riferito di aver sofferto molto il freddo essendo vestito soltanto con i pantaloncini e le maniche corte. Ha riferito anche di aver sentito l’elicottero e di aver sentito chiamare il suo nome dai soccorritori in uno stato di grande stanchezza e disidratazione, a metà tra sogno e realtà”. Ha detto al Messaggero la madre di Gianpaolo dall’ospedale dove è ricoverato: “Mio figlio sta benissimo, mi ha detto che ha tanta fame“. Ma cosa è successo al 31enne? Pare sia precipitato percorrendo la ferrata in discesa sul Matajur e che nella caduta abbia perso lo zaino ed il cellulare. Spiegano ancora gli effettivi del Soccorso Alpino: “Il ritrovamento è avvenuto ad un centinaio di metri in linea d’aria dalla ferrata. Pare che il giovane abbia riferito – probabilmente in stato confusionale – di essersi fermato a pranzo al rifugio Pelizzo, dove però i gestori, interrogati nei giorni scorsi, non lo avrebbero notato”. Ma come è stato possibile ritrovare Gianpaolo? 

Decisiva la traccia della ferrata scaricata sul pc

Grazie anche all’analisi della traccia della ferrata che il giovane aveva scaricato sul suo pc. “Da quella traccia si è compreso che c’erano delle anomalie perché il percorso lui scaricato si discostava leggermente da quello canonico della ferrata. I soccorritori hanno dunque provato, da frequentatori della montagna e con la personale esperienza di tracce Gps scaricate in più occasioni, a immedesimarsi e a effettuare già ieri nuovamente il percorso della ferrata tenendo in considerazione quella traccia e anche il ‘cono di riflesso’ della cella telefonica agganciata dal cellulare del disperso, ampia 500 metri”. E ancora: “Ritornare su quel cono considerando delle ‘uscite’ dall’itinerario della ferrata è stato risolutivo e decisivo. Ieri la risalita della ferrata è stata bloccata da un temporale e le squadre sono state fatte rientrare. L’analisi del percorso era arrivata a 3/4 di itinerario e mancava solamente un ultimo quarto che è quello che è stato perlustrato oggi dall’elicottero e che è risultato davvero decisivo per ritrovarlo ancora in vita“.