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Ecco perché nei film della Disney non ci sono quasi mai le mamme

biancaneve e i sette nani

Vi siete mai chiesti perché nei film della Disney non compaiono quasi mai le mamme? La spiegazione è molto semplice. Se siete appassionati di film della Disney, non può certo esservi sfuggito che le mamme dei protagonisti non compaiono praticamente mai. Ogni tanto c’è qualche papà, ma la...

Vi siete mai chiesti perché nei film della Disney non compaiono quasi mai le mamme? La spiegazione è molto semplice.

Se siete appassionati di film della Disney, non può certo esservi sfuggito che le mamme dei protagonisti non compaiono praticamente mai. Ogni tanto c’è qualche papà, ma la mamma non è mai tra i personaggi. La compagna dei sette nani è senza famiglia e vive con una regina cattiva, Bambi perde la madre uccisa dai bracconieri e incontra il padre solo da adulto, Dumbo la mamma ce l’ha ma ne viene separato appena nato, e non parliamo del protagonista del Libro della giungla, Mowgli, abbandonato nella selva indiana e adottato da un branco di lupi. Tutti questi personaggi non hanno i genitori, come Peter Pan e Tarzan, chiaro messaggio di vitalità e indipendenza, così come in Alla ricerca di Nemo il pesciolino che impiega due ore di film per incontrare il padre.

Nel film La sirenetta, Ariel, con il padre Nettuno non va affatto d’accordo, per non parlare di Cenerentola, che viene affidata a una matrigna cattiva. La protagonista de La Bella e la Bestia è senza genitori, Gli Aristogatti senza padre, Il Re Leone vede morire il suo in modo atroce e Artù, de La spada nella roccia, è orfano. Stessa dinamica anche quando i protagonisti sono in carne e ossa: l’idolo dei teenagers Hanna Montana vive col padre perché la madre è morta.

«Uno dei motivi è pratico, un film dura mediamente 80-90 minuti ed uno dei temi universalmente affrontati nelle pellicole Disney è quello della crescita – ha detto il produttore Disney Don Hahn in un’intervista – Si è ritenuto che in assenza dei genitori tale crescita e assunzione di responsabilità avviene più rapidamente; rimuovere i genitori, come nel caso di Bambi, costringe a maturare più rapidamente… Belle ha un padre, ma non lo vediamo mai perché si è persa, e allora deve trovare da sola il suo posto nel mondo. Diciamo che è una scorciatoia narrativa».

Sempre Don Hahn racconta come un’altra spiegazione riguarda invece la vita privata di Walt Disney e i tragici avvenimenti che la segnarono:«Nei primi anni ’40 decise di regalare una casa ai propri genitori, il coronamento del sogno di quando era bambino. Purtroppo la caldaia non era stata installata in maniera corretta e ci fu una fuga di gas con i suoi genitori in casa, quando arrivò la signora delle pulizie riuscì a salvare solamente il padre..sua madre morì in maniera tragica..Walt si sentì responsabile della cosa e non volle mai parlare dell’accaduto».

Un’altra spiegazione ce la racconta Mariuccia Ciotta, autrice del libro “Walt Disney. Prima stella a sinistra” (Bompiani). «Che la morte della madre abbia segnato la sua vita è vero, ma l’episodio è avvenuto quando gran parte della sua produzione era già stata avviata. Insomma: non c’entra nulla». L’autrice, ricorda Walter Benjamin, citando le sue parole che dicevano “tutte le fiabe sono viaggi di iniziazione” e che era proprio questa la filosofia seguita da Disney nella sua produzione artistica. «Il suo obiettivo era quello di mettere il bambino davanti al mondo, da solo, pronto per il viaggio della vita. Senza perdere mai, come insegna Peter Pan, gli occhi dello stupore tipici dell’infanzia. In un cammino del genere non c’è spazio per i genitori».