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Ue rivede deficit al rialzo, Tria "Analisi parziale"

Giovanni Tria

La Commissione europea ha rivisto al rialzo le stime del deficit e al ribasso quelle del Pil italiano fino al 2020. Il premier: "Andiamo avanti".

La Commissione europea ha calcolato il deficit italiano per i prossimi anni con stime al rialzo rispetto a quelle presentate dal governo nella manovra. Il deficit sarà infatti all’1.9% per il 2019, per poi salire rapidamente al 2.9% “a causa delle misure programmate” come reddito di cittadinanza e riforma della legge Fornero. Infine, con il 2020 si toccherà il picco del 3.1%. “Le previsioni della Commissione europea relative al deficit italiano sono in netto contrasto con quelle del Governo italiano”, ha commentato Giovanni Tria. “Derivano da un’analisi non attenta e parziale del Documento Programmatico di Bilancio (DPB), della legge di bilancio e dell’andamento dei conti pubblici italiani, nonostante le informazioni e i chiarimenti forniti dall’Italia”.

Tria “Défaillance tecnica”

Per il ministro dell’Economia, quella di Bruxelles è una “défaillance tecnica“. Si è detto “dispiaciuto”, ma ha aggiunto che questo “non influenzerà la continuazione del dialogo costruttivo con la Commissione stessa in cui è impegnato il Governo italiano. Rimane il fatto che il Parlamento italiano ha autorizzato un deficit massimo del 2,4% per il 2019 che il Governo, quindi, è impegnato a rispettare”.

Gli fa eco Giuseppe Conte. Secondo il premier, le previsioni della Commissione “sottovalutano l’impatto positivo della nostra manovra economica e delle nostre riforme strutturali. Andiamo avanti con le nostre stime sui conti pubblici, sulla crescita che aumenterà e sul debito e il deficit che diminuiranno. Non ci sono i presupposti per mettere in discussione la fondatezza e la sostenibilità delle nostre previsioni. Per questo riteniamo assolutamente inverosimile qualsiasi altro tipo di scenario sui conti pubblici italiani”.

Previsioni Ue: taglio del Pil

Bruxelles ha rivisto anche le previsioni relative al prodotto interno lordo italiano per i prossimi anni. Le stime europee riducono il Pil dall’1.3% all’1.1% per il 2018. “Dopo una crescita solida nel 2017 l’economia italiana ha rallentato nella prima metà di quest’anno per l’indebolimento dell’export e della produzione industriale”, ha commentato la Commissione. “Una ripresa degli export e una maggiore spesa pubblica sosterranno la crescita moderatamente ma l’associato rischio nel deficit, assieme ad interessi più alti e considerevoli rischi al ribasso, mette in pericolo la riduzione dell’alto debito”.

L’Italia conferma così il triste primato di ultimo Paese europeo per crescita, dal 2018 al 2020. Il debito italiano “rimarrà stabile attorno al 131% su tutto il periodo delle previsioni. Le prospettive di crescita sono soggette ad elevata incertezza e ad intensificati rischi al ribasso”. L’unica nota positiva è rappresentata dalla previsione di un “lento miglioramento” per il mercato del lavoro.

Pericolo spread

L’Unione ha espresso preoccupazione per la crescita dello spread, che rischia di influenzare negativamente l’economia dell’intera eurozona. “In alcuni Paesi dell’eurozona altamente indebitati, soprattutto in Italia, il circolo vizioso tra banche e debito sovrano potrebbe riemergere in caso di dubbi sulla qualità e la sostenibilità dei conti pubblici, che in un ambiente di riprezzamento complessivo dei rischi e di un aumento dei costi di rifinanziamento, potrebbe sollevare preoccupazioni di stabilità finanziaria e pesare sull’attività economica”, si legge nella nota di Bruxelles.