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L'euro compie 20 anni: stop alle banconote da 500 dal 27 gennaio

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A 20 anni dall'introduzione dell'euro, nel 2019 è tempo di bilanci: la moneta unica ha dato benefici ad alcuni stati, ha tolto a molti altri.

Il 1° gennaio 1999 si diede il via all’utilizzo della moneta unica in 11 paesi europei, in Italia come unità di conto virtuale. Inizialmente il suo uso era limitato a transazioni contabili e finanziarie, e tre anni dopo, nel 2002, la moneta fu estesa all’uso comune. Oggi sono 19 gli stati dell’Eurozona, con 340 milioni di cittadini che utilizzano l’euro come valuta. Il 27 gennaio 2019 la Bce smetterà la produzione delle banconote viola di taglio maggiore.

Un bilancio sull’integrazione europea

Il 25 marzo 1957, con il Trattato di Roma, con cui fu istituita la Comunità Economica Europea, l’obiettivo dei sei paesi firmatari era quello di “porre le basi per una stretta unione tra i popoli europei“. A 20 anni dall’introduzione della più importante e controversa misura d’integrazione dei popoli europei, l’euro, i sentimenti sono diventati sempre più contrastanti nei confronti del progetto europeo. Il 2019 sarà l’anno simbolo di questi 20 anni di moneta unica, con eventi come la Brexit, che entrerà effettivamente in vigore a marzo 2019 – il primo caso di uscita di una nazione dall’organizzazione internazionale – e le elezioni parlamentari europee di maggio, in cui il rischio è quello di vedere la salita al potere di gruppi euroscettici.

Moneta unica: vincitori e perdenti

Bloomberg Economics ha stilato una classifica dei paesi che più hanno tratto vantaggio da questo passaggio all’euro, tramite un test in cui a 10 parametri veniva attribuita una valutazione da A, B e C. Al vertice della graduatoria c’è la Germania, accompagnata da Austria e Finlandia, ma anche da Belgio, Slovenia e Slovacchia. Le nazioni di spicco che più sembrano aver subito il passaggio alla moneta unica sono Italia, Francia e Spagna, nonostante il consenso degli italiani nei confronti dell’euro sia aumentato nell’anno passato. Come riporta Il Sole 24 Ore “La produttività, il costo del lavoro e quindi anche la competitività negli anni precedenti la crisi del 2008, ma anche la possibilità di finanziarsi per le imprese figurano tra le note dolenti individuate per il nostro Paese”.

I pareri delle cariche istituzionali

Il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha dichiarato “Vent’anni dopo, sono convinto che quella fu la firma più importante che io abbia fatto” perché “l’euro è diventato un simbolo di unità, sovranità e stabilità“. Juncker è l’unico firmatario del Trattato di Maastricht del 1992 ad essere ancora politicamente attivo. Il Presidente della Bce Mario Draghi sostiene che “L’Unione monetaria ha avuto successo in molti campi, ma non è riuscita a dare i benefici auspicati in tutti i Paesi”. L’Italia, purtroppo figura tra questi Paesi. Questa la dichiarazione di Donald Tusk, Presidente del Consiglio Europeo “La nostra moneta comune è diventata una potente espressione dell’Ue come forza politica ed economica nel mondo. Nonostante le crisi, l’euro si è mostrato resiliente”.

Stop all’emissione delle banconote da 500

Come si legge in un comunicato della Bce “A partire dal 27 gennaio 2019 le banche centrali dell’area euro cesseranno di emettere le banconote da 500 euro”. A motivare la scelta della Banca Centrale sarebbero le “preoccupazioni che questa banconota possa facilitare attività illegali“. Tuttavia, come chiariscono “La banconota resterà sempre legale, e potrà dunque essere usata come moneta di pagamento e come riserva di valore”. Inoltre “manterrà sempre il suo valore e potrà essere scambiata presso le banche centrali dell’Eurosistema per un periodo di tempo illimitato”.