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Coldiretti, olio straniero in due bottiglie su tre: rischio di frodi

olio extravergine d'oliva

L'olio Made in Italy rischia di essere condannato all’irrilevanza a causa della sua scarsa produzione. Coldiretti chiede il rilancio del settore.

A causa dei cambiamenti climatici nel 2018 la produzione dell’olio extravergine di oliva Made in Italy ha subito un brusco crollo. Con l’aumento degli arrivi dall’estero si moltiplica quindi il rischio di frodi e sofisticazioni, avverte Coldiretti che chiede un “Piano olivicolo nazionale 2.0 per rilanciare il settore”.

Invasione di olio straniero

“Per affrontare l’emergenza serve la dichiarazione di calamità naturale con lo stanziamento di risorse adeguate per consentire ai produttori duramente colpiti di ripartire in situazioni drammatiche come quella pugliese dove si è verificato un drastico calo del 65% dei raccolti” dichiara il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, evidenziando i problemi che il cambiamento climatico ha causato ai produttori di olio.

A causa della siccità la produzione dell’olio extravergine di oliva Made in Italy è stata praticamente dimezzata. Il raccolto del 2018 infatti si è aggirato attorno ai 200 milioni di chili, un valore vicino ai minimi storici. Tali dati drammatici emergono dallo studio “Salvaolio” della Coldiretti, presentato in occasione della manifestazione degli agricoltori scesi in piazza a Roma per chiedere “un adeguato coordinamento istituzionale tra il livello regionale e quello nazionale”.

L’associazione critica anche la manovra del governo, poiché all’interno sono assenti misure necessarie a garantire adeguate risorse al Fondo di Solidarietà Nazionale istituito per far fronte alle calamità naturali. “Sul piano strutturale vanno affrontate le molteplici criticità, dalla inarrestabile strage provocata dalla Xylella alle contraffazioni, dall’invasione di olio straniero a dazio zero al falso Made in Italy per salvare un settore strategico per la salute dei cittadini, il presidio del territorio, l’economia e l’occupazione” precisa infatti Prandini.

Serve Piano olivicolo nazionale 2.0

Coldiretti avverte infatti che con il crollo dei raccolti, le importazioni di olio di oliva dall’estero sono destinate a superare il mezzo miliardo di chili, il che equivale ad una immissione nel mercato di più di due bottiglie di olio di oliva straniero (tunisino, spagnolo o greco) su tre.

“Con il crollo della produzione nazionale e l’aumento degli arrivi dall’estero è evidente il rischio di frodi e sofisticazioni a danno del vero Made in Italy che colpiscono i produttori agricoli e dei consumatori” evidenzia Ettore Prandini.

“In questo scenario – conclude quindi il presidente di Coldiretti – per rimanere competitivi e non essere condannati all’irrilevanza in un settore fondamentale per il Made in Italy deve partire al più presto il Piano olivicolo nazionale 2.0 per rilanciare il settore con una strategia nazionale e investimenti adeguati, anche per realizzare nuovi impianti, così come è stato fatto da altri Paesi nostri concorrenti”.