In attesa della definizione di tutti i punti del decreto su reddito di cittadinanza e quota 100, il governo avrebbe pensato di inserire nel provvedimento una novità riguardo il riscatto della laurea a fini pensionistici. L’idea sarebbe quella di riscattare la laurea con una detrazione del 50% dei costi dalle imposte, ma solo per coloro i quali hanno meno di 40 anni ed hanno iniziato a lavorare dal 1996.
Che cos’è il riscatto della laurea
Il riscatto della laurea, che è valido solo se l’interessato ha conseguito il titolo di studio, è un istituto che permette di valorizzare ai fini pensionistici il periodo del proprio corso di studi. Non tutti i periodi però danno possibilità di riscatto, come quelli “di iscrizione fuori corso” o quelli “già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto che sia non solo presso il fondo cui è diretta la domanda stessa, ma anche negli altri regimi previdenziali”, come viene specificato sul sito dell’Inps.
Si possono invece riscattare i diplomi universitari, i cui corsi non siano stati di durata inferiore a due e superiore a tre anni; i diplomi di laurea i cui corsi non siano stati di durata inferiore a quattro e superiore a sei anni; i diplomi di specializzazione conseguiti successivamente alla laurea e al termine di un corso di durata non inferiore a due anni; i dottorati di ricerca i cui corsi sono regolati da specifiche disposizioni di legge; i titoli accademici introdotti dal decreto 3 novembre 1999, n. 509 ovvero Laurea (L), al termine di un corso di durata triennale e Laurea Specialistica (LS), al termine di un corso di durata biennale propedeutico alla laurea.
Il riscatto della laurea può riguardare l’intero o i singoli periodi, e possono richiederlo anche soggetti inoccupati.