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UE, Draghi: "Economia più debole ma euro è sopravvissuto"

Mario Draghi

Non recessione ma rallentamento, assicura Mario Draghi davanti al Parlamento europeo. Il presidente della BCE precisa però che l'euro è più forte.

“Il mondo prima dell’euro non era fantastico. E non era fantatisco specialmente in quei paesi che oggi più si lamentano” afferma Mario Draghi, intervenendo nella sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. E’ in questa maniera che il presidente della Banca centrale europea spiega come mai l’euro sia sopravvissuto nonostante la “grave crisi” che, non nasconde, “ha minacciato più volte la sua stessa esistenza”.

Draghi: “incertezze prominenti”

Avendo superato tale prova, assicura quindi Draghi, oggi “abbiamo un’Unione monetaria più forte di quanto lo fosse nel 2008″. Un modo forse per mettere al riparo la moneta unica anche se la Europa procede più lentamente di quanto immaginato, e sperato.

“Gli sviluppi recenti dell’economia” nell’Eurozona “sono stati più deboli del previsto e le incertezze, in particolare connesse a fattori globali, restano prominenti” ammette il numero uno dell’Eurotower. “Quindi, – aggiunge – non c’è spazio per abbassare la guardia; serve ancora un ammontare significativo di stimolo di politica monetaria, per sostenere l’ulteriore rafforzamento delle pressioni e gli sviluppi dell’inflazione nel medio termine”.

Rallentamento non recessione

“Siamo di fronte a una flessione o a una recessione? La risposta è no, è un rallentamento, che non va verso una recessione ma che potrebbe durare più di quanto previsto in precedenza” assicura quindi Mario Draghi. Il presidente della BCE precisa che ciò è dovuto principalmente alle “incertezze geopolitiche” come la Brexit che “mettono in questione quei pilastri dell’ordine costruito dopo la Seconda Guerra Mondiale” come appunto “l’UE“. Il “costo” principale è quindi la “minore fiducia.

Draghi chiarisce comunque che “l’Eurozona è emersa da una crisi così seria da minacciare, a tratti, la sua esistenza. – aggiungendo – Ne siamo usciti prima di tutto per la resilienza, l’energia, la capacità imprenditoriale dei cittadini europei, come pure per la loro fiducia nell’impegno dei leader per l’euro“.

Il presidente della Banca centrale europea non può comunque evitare di evidenziare che attualmente visto che con “alcune cose vanno meglio e altre peggio, il risultato è che per ora l’incertezza proseguirà“.