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Tav, l'analisi costi-benefici boccia l'opera: negativa per 7 miliardi

Tav, analisi costi benefici boccia l'opera

Il Mit ha pubblicato sul proprio sito l'analisi costi-benefici della Tav: secondo gli esperti, il bilancio dell'opera è fortemente negativo.

Il testo dell’analisi costi-benefici della Tav Torino-Lione è stato pubblicato sul sito del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Il dossier, già trasmesso dal ministro Toninelli al governo francese, è stato depositato poche ore prima a Palazzo Chigi. Gli esperti del Mit, si legge nel documento, hanno condotto l’analisi e hanno dimostrato che, “assumendo come dati di input relativamente alla crescita dei flussi di merce e dei passeggeri e agli effetti di campo modale quelli non verosimili contenuti nell’analisi costi-benefici redatta nell’anno 2011, il progetto presenta una redditività fortemente negativa“. Secondo i tecnici guidati dal professor Marco Ponti, l’opera sarebbe un enorme spreco di finanze pubbliche. Il divario tra i costi e i benefici dell’alta velocità andrebbe da un minimo di 5,7 miliardi a un massimo di 8 miliardi.

Il dossier sulla Tav

I tecnici della commissione hanno stilato le stime per due possibili scenari, riferisce La Stampa. Nel primo caso, il traffico merci sulla linea della Tav (attualmente fermo ai livelli del 2004) passerebbe da 2,7 a 51,8 milioni di tonnellate, moltiplicandosi di 25 volte. I passeggeri aumenterebbero da 700mila a 4,6 milioni. Si tratta di uno scenario che gli esperti giudicano improbabile, dal momento che perché si verifichi servirebbe un tasso di crescita dei flussi pari al 2,5% annuo. Anche in questo caso, inoltre, il saldo risulterebbe in deficit di 7,8 miliardi.

Il secondo caso prevede, invece, un tasso di crescita annuo all’1,5%, con modifiche più contenute sia sul piano dei passeggeri che delle merci. Ponti e gli altri esperti lo ritengono lo scenario più probabile, dal momento che sull’asse Torino-Lione non c’è un’eccessiva domanda di trasporto merci. Il saldo sarebbe comunque negativo, pari a 8 miliardi, se si tiene conto anche del miliardo e mezzo già speso. Nel caso di una mini-Tav, le spese scenderebbero a 6 miliardi.

“Trascurabili” sarebbero anche i benefici ambientali dell’opera nella sua interezza. Le emissioni di CO2 sarebbero ridotte solo parzialmente, ma gli obiettivi più “ambiziosi” possono essere raggiunti solo “grazie all’innovazione tecnologica dei veicoli”.

Foietta “Analisi sbagliata”

Secondo quanto riportato da Repubblica, il commissario di governo per la Tav, Paolo Foietta, avrebbe duramente criticato l’analisi costi-benefici del Mit. “Ho visto le anticipazioni, sto leggendo ora il documento sul sito del Ministero”, ha spiegato. “Mi pare che si fondi su tre pilastri errati: la sottovalutazione dei traffici attuali e futuri, l’esclusione dal conteggio delle merci in transito sulle Alpi e di quelle che passano da Ventimiglia e la sovravalutazione delle accise, secondo una vecchia idea che se si tolgono i tir dalle strade si consuma meno benzina e quindi si danneggia l’Italia”.

Vertice a Palazzo Chigi

Al suo arrivo a Palazzo Chigi, il ministro Matteo Salvini ha specificato di non aver ancora letto il dossier. Il premier Conte ha convocato un vertice lampo sulla questione alta velocità piemontese e sui rapporti con il Venezuela. All’incontro parteciperanno, oltre a premier e vicepremier leghista, anche il ministro per i rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, con il sottosegretario Manlio Di Stefano. Presente anche il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Assente, invece, il vicepremier Luigi Di Maio.