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I dati dell'Inps: un lavoratore su 5 guadagna meno di 9 euro l'ora

Inps, un lavoratore su 5 meno di 9 euro all'ora

Nel 2018 è cresciuta l'occupazione, anche giovanile, ma solo con contratti a tempo determinato. Permane il divario tra Nord e Sud.

Quello dipinto dai nuovi dati dell’Inps sull’occupazione e sul salario medio in Italia è il quadro di un Paese che fatica ad uscire da una condizione di precarietà e difficoltà in ambito lavorativo. L’Istituto nazionale della previdenza sociale, riporta l’Ansa, ha stimato che il 22% dei lavoratori dipendenti percepisce una retribuzione oraria inferiore ai 9 euro lordi all’ora. Da questi dati sono esclusi gli operai agricoli e i lavoratori domestici. Si tratta di uno stipendio inferiore a quello proposto da uno dei disegni di legge sul salario minimo in discussione al Senato. I dati, ascoltati dalla Commissione Lavoro di Palazzo Madama, riportano inoltre che il 9% dei lavoratori si trova al di sotto della soglia degli 8 euro orari lordi. Sale al 40% la percentuale di coloro che percepiscono meno di 10 euro lordi all’ora.

Salario minimo e lavoratori domestici

L’allarme riguarda soprattutto il mondo dei lavoratori domestici. L’Inps, al termine dell’audizione alla Commissione Lavoro del Senato, ha chiesto ai parlamentari di tenere conto, nell’eventuale introduzione della soglia dei 9 euro come salario minimo, delle “oggettive caratteristiche del settore, anche allo scopo di evitare il rischio di pericolose involuzioni che possono portare all’espansione del lavoro irregolare“. Le stime dell’Insp rivelano che, dal 2012 al 2017, si è passati da 1,01 milioni a 864.526 dipendenti assunti regolarmente nel settore. Si tratta di una diminuzione del 15%.

Disoccupazione e divario Nord/Sud

Permangono, inoltre, profonde diseguaglianze tra le diverse zone del Paese. Al Sud la disoccupazione nel 2018 è arrivata al 18,4%, quasi il doppio delle regioni del Centro (9,4%) e il triplo rispetto al Nord (6,6%). Su scala nazionale, il tasso di disoccupazione è diminuito dall’11,2% del 2017 al 10,6% del 2018. Miglioramenti sono stati riscontrati anche nell’ambito dell’occupazione giovanile, con una crescita di 2,6 punti. La diminuzione del numero di disoccupati, ha dichiarato l’Inps, è stata “più intensa rispetto al 2017”, portando ad una crescita dell’occupazione per il quinto anno consecutivo. L’aumento dei lavoratori, tuttavia, riguarda solo i contratti a tempo determinato, che sono cresciuti dell’11,9%. Diminuiscono, invece, quelli a tempo indeterminato, con un calo dello 0,7%, corrispondente a 108 mila unità.