Fumata bianca a Palazzo Chigi dopo il faccia a faccia tra Conte, Tria, e le associazioni che rappresentano i risparmiatori truffati dalle banche. A prevalere è stata la linea scelta dal Tesoro, ovvero quella del “doppio binario” per evitare la procedura d’infrazione. Contrari Lega e 5 stelle, che preferivano il binario unico, ovvero il rimborso per tutti indiscriminatamente.
La linea del doppio binario
A seguito dell’accordo, i circa 200 mila truffati si divideranno. I rimborsi diretti andranno a quei risparmiatori che hanno un reddito imponibile entro i 35mila euro (per singola persona componente del nucleo familiare) e un patrimonio mobiliare non superiore a 100mila euro. Per tutti gli altri è previsto un ulteriore controllo, che dovrebbe prevedere una “tipizzazione”, ovvero un’analisi per grandi categorie e non caso per caso.
Come comunicato dal Mef, circa il 90% dei risparmiatori dovrebbe comunque rientrare nel rimborso diretto.
Divise le associazioni
Le associazioni si sono presentate divise all’appuntamento con il Governo. All’ala più radicale, che spinge per la linea dura e non è disposta ad accettare alcuna forma di arbitrato, si è contrapposta quella più dialogante e pronta a collaborare pur di far partire i rimborsi. “Tutto quello che si farà per i truffati delle banche deve avere il loro assenso, altrimenti non si va da nessuna parte. L’unica linea che può passare è quella dettata dagli stessi truffati” ha detto Luigi Di Maio, che ha concluso: “Se li portiamo davanti ad un arbitrato ci vorranno mesi e mesi per fargli avere i soldi”.