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Tria, aumento IVA per ora confermato. Manovra parte da 25 miliardi

Giovanni Tria

In audizione sul Def davanti al Parlamento, si discute sull'aumento dell'IVA e su quanto costerebbe all'Italia evitare tale misura.

Il ministro dell’Economia Giovanni Tria conferma che per il momento l’aumento dell’IVA rimane confermato per il 2020. Per evitarlo, servirebbe una manovra a partire da 25 miliardi di euro, secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio. Bankitalia però avverte: “Così il deficit salirebbe al 3,4% sul PIL”.

Aumento dell’IVA

“La legislazione vigente in materia fiscale è confermata in attesa di definire, nei prossimi mesi, misure alternative” chiarisce il 17 aprile 2019 il ministro dell’Economia, in audizione sul Def davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Giovanni Tria conferma quindi per il momento “gli incrementi dell’Iva e delle accise dal 2020-2021″.

Nel Def si specifica che le “misure alternative di copertura” dovranno essere inserite nella prossima legge di bilancio, senza però fornire ulteriori dettagli. In attesa di capire le mosse del governo, l’Ufficio parlamentare di bilancio avverte che nel 2020 serviranno coperture “per 25 miliardi” per evitare l’aumento dell’IVA, e senza contare le “ulteriori misure compensative” per la flat tax. Nel dettaglio, viene specificato sempre in commissione, serviranno circa 2 miliardi per gli investimenti e circa 23 miliardi per evitare gli aumenti IVA.

Nel caso l’esecutivo riuscisse a coprire il piatto, però, “il disavanzo si collocherebbe meccanicamente al 3,4% del prodotto interno lordo nel 2020, al 3,3% nel 2021 e al 3% nel 2022″, puntualizza invece Eugenio Gaiotti, capo economista di Bankitalia.

La Corte dei Conti

La Corte dei Conti chiarisce quindi che per rispettare la riduzione di deficit indicata nel Def sarà necessario un ”percorso impegnativo, soprattutto se si punta ad una piena eliminazione delle clausole di salvaguardia“, come riporta l’Ansa.

Viene sottolineato quindi che occorrerebbero “manovre per poco meno di 21 miliardi nel 2020 e di 29 e 36 miliardi nel biennio successivo”, e questo solo per raggiungere un deficit al 2,1% nel 2020, all’1,8% nel 2021, all’1,5% nel 2022. “Per soddisfare le ulteriori esigenze programmate” servirebbero poi in aggiunta ulteriori misure.