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Addio alla classe media, Ocse: perso il 10,4% in potere d'acquisto

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"Lo zoccolo duro della democrazia e dello sviluppo economico" sta per scomparire. Progressivo calo della classe media, da padre in figlio.

A pagare il prezzo maggiore della crisi economica è stata la classe media. Ad aggravare la situazione poi il successivo basso costo del lavoro (che in alcune situazioni rasenta la schiavitù) e l’introduzione sempre più massiccia dei “robot”.

Addio alla classe media

Trent’anni fa i redditi della classe media, che l’Ocse considera “lo zoccolo duro della democrazia e dello sviluppo economico”, valevano circa quattro volte quelli dei ricchi. Nel 2019 meno di tre volte. In base agli ultimi dati elaborati dal Sole 24 Ore, dal 2008 al 2018 la classe media (fascia che comprende quelle famiglie con redditi fino a 42mila euro) ha perso infatti il 10,4 per cento in potere d’acquisto.

Quasi 12,2 milioni di italiani, cioè, hanno dovuto rinunciare a spese pari a 2.350 euro all’anno. In dieci anni, c’è stato difatti un calo dell’11,7 per cento nella fascia che va dai 26mila ai 55mila euro di reddito annuo. Mentre sono 3,3 milioni i dichiaranti che non rientrano più nello scaglione fino a 15mila euro. Secondo l’Ocse, in Italia la classe media è difatti diminuita del 3,9 per cento.

La rabbia sociale

Differenze ovviamente tra Nord e Sud della Penisola. Al Sud difatti la classe media rappresenta emblematicamente la metà più ricca della popolazione mentre al Nord il ceto medio tende ad equipararsi sempre di più con quello delle classi più povere. Ad aggravare la situazione il fatto che il 40 per cento delle differenze di reddito che esistevano fra i padri si riproduce fra i figli, e ciò sta progressivamente causando una maggiore rabbia sociale.