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Procedura di infrazione, Tria: "Farebbe del male a Italia ed Europa"

ministro tria

Il ministro Tria avverte il governo che la proceduta di infrazione è da evitare. Sul tema hanno preso posizione anche Salvini e Moscovici.

Dopo il vertice di mercoledì a palazzo Chigi, il ministro dell’Economia Giovanni Tria chiarisce la situazione riguardo la procedura di infrazione. Infatti, quest’ultima “va evitata in tutti i modi” in quanto “farebbe male all’Italia ma anche all’Europa”. L’unica soluzione possibile è quella di “arrivare assolutamente a un compromesso, con una trattativa e un dialogo costruttivo”. Sul tema sono intervenuti molti protagonisti della politica italiana ed europea.

La procedura di infrazione

Il ministro Tria ritiene che al momento con la Commissione europea occorrerà “vedere come spiegare, come anticipare forse”, ma esclude una manovra aggiuntiva. Le stime del governo, infatti, riportano un deficit per quest’anno pari al 2.2% o 2.1% e quindi grossomodo entro i parametri previsti dal Patto di Stabilità. Il ministro dell’Economia, dunque, si è ritenuto fiducioso di queste stime. Matteo Salvini, invece, pubblica un post di commento su Facebook che intende frenare le procedure promosse da Bruxelles contro l’Italia. “Una Commissione uscente vecchia e delegittimata dal voto delle Europee non può imporre scelte e sanzioni a governi e popoli”.

Un confronto è possibile

Sul tema di infrazione sono intervenuto anche Moscovici e Moavero. Il commissario Ue agli Affari Economici, infatti, in una conferenza a Bruxelles ha spiegato: “Incontrerò presto il ministro Tria: come ho sempre detto la nostra porta resta aperta per discutere con l’Italia, ma dobbiamo vedere un percorso credibile di rientro del debito”. Il tempo stringe e Moscovici ricorda che bisogna agire rapidamente. Il ministro degli esteri Enzo Moavero, invece, concorda con il ministro Tria: “Io credo che debba essere portato avanti il negoziato con gli altri Paesi Ue in sede di Consiglio e con la stessa Commissione per cercare di dimostrare che non è necessario portare l’Italia in una procedura d’infrazione”.

La responsabilità della Commissione

Infine, prende posizione sul tema di dibattito anche il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, che ritiene compito della Commissione decidere il modo migliore per intervenire. “Non commento le parole del presidente Juncker, – ha riferito Seibert – è suo compito, da presidente della Commissione Ue, monitorare se le regole vengono rispettate o meno dagli stati membri. Noi sosteniamo la responsabilità del presidente”.