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Salario minimo, l'Ocse frena Di Maio: "Troppo alto"

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L'Ocse frena Luigi Di Maio sul salario minimo. Dubbioso anche Boccia di Confindustria: "Bisogna ridurre tasse e contributi".

Il ministro dello Sviluppo economico insiste per l’istituzione del salario minimo per i lavoratori italiani, ma l’Ocse frena. Come spiegato dall’economista Andrea Garnero nel suo intervento, la cifra farebbe diventare il salario minimo italiano “il più elevato tra i paesi Ocse“. “Non è la soluzione ai problemi del mercato del lavoro italiano” ha poi precisato. La cifra di 9 euro, di cui si sta parlando in questo momento, dunque, risulterebbe davvero elevata secondo Garnero. Dubbioso anche Boccia, presidente di Confindustria: “Il salario minimo non sposta il livello di crescita del Paese, piuttosto bisogna elevare i salari dei lavoratori riducendo le tasse e i contributi: il cuneo fiscale. Occorre un intervento organico di politica economica – ha proseguito -. Il Paese non cresce con i salari minimi“.

La polemica del Pd

“Abbiamo presentato al Senato una nuova proposta di legge sulla giusta retribuzione e sul salario minimo – ha detto Edoardo Patriarca, capogruppo in commissione Lavoro -. Una proposta che raccoglie il meglio delle esperienze europee e i suggerimenti delle parti sociali audite in commissione lavoro. Di Maio invece si mette d’accordo con la sua maggioranza e dica la sua linea oltre alle battute e all’evocazione magica prima dei 780 euro ora dei 9 euro. Lo aspettiamo in commissione, la nostra posizione è chiara e già presentata pubblicamente”.

Istat, ricaduta su spesa pubblica

Stando alle stime dell’Istat, ammonterebbe a 698 euro la ricaduta sulla spesa della Pubblica amministrazione di un salario minimo di 9 euro. “I consumi fiscali delle amministrazioni pubbliche, corrispondenti agli acquisti di beni e servizi da parte dell’operatore pubblico che vanno alle famiglie in forma di trasferimenti sociali in natura aumentano di 472 milioni” ha spiegato il presidente Blangiardo.

La situazione in Europa

La gran parte dei Paesi dell’Ue garantisce ai lavoratori un salario minimo, ad eccezione di Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Svezia e Italia. Al primo posto risulta esserci il Lussemburgo con 11,12 euro l’ora, mentre fanalino di coda è la Bulgaria con solo 1,24 euro all’ora. Nel mezzo i paesi sono suddivisi in tre macrogruppi: Paesi con retribuzioni minime sotto i 500 euro, paesi con salario minimo mensile tra i 500 e i mille euro e paesi con salario minimo mensile oltre i mille euro. Del primo gruppo fanno parte Lituania, Romania, Lettonia, Ungheria, Slovacchia, Croazia e Repubblica Ceca, nel secondo invece troviamo Estonia, Polonia, Portogallo, Grecia, Malta Slovenia e Spagna. Tra i paesi con salario mensile maggiore di mille euro figurano invece Germania, Francia, Belgio, paesi Bassi e Regno Unito.