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Lavoro, nel primo trimestre 2019 contratti in aumento

Istat lavoro pensione

Contratti di lavoro in aumento, Di Maio: "Ecco come stiamo cambiando il Paese con il decreto Dignità"

E’ decisamente in crescita il dato relativo all’occupazione dipendente. Stando ai dati del ministero del Lavoro, i contratti a tempo indeterminato avrebbero registrato un +207 mila, mentre sono in calo quelle a tempo determinato, che hanno registrato un -69 mila. Le trasformazioni in contratti stabili hanno invece raggiunto il livello massimo, con un +223 mila. I dati sono stati diffusi attraverso una nota congiunta di ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpal. Ad essere favorevole è il contesto di aumento graduale del Pil, che ha registrato un +0,1% dopo due trimestri in calo. Il tasso di occupazione si porta quindi al 58,7%.

Aumentati infortuni sul lavoro

Gli infortuni occorsi sul lavoro e denunciati all’Inail nel primo trimestre del 2019 sono stati 131 mila, dato in aumento dell’1,7% rispetto al primo trimestre del 2018. Gli infortuni con esito mortale avvenuti e denunciati nello stesso periodo sono stati 212, numero identico rispetto al primo trimestre del 2018. Per quanto riguarda le malattie professionali, invece, nel primo trimestre il numero è stato di 15.900, dato in diminuzione dell’1,4% rispetto al medesimo periodo ma dell’anno precedente.

Il commento di Di Maio

Il vice premier pentastellato ha commentato positivamente i dati sul lavoro. “Ci hanno attaccato in ogni modo, hanno profetizzato l’Apocalisse. Ecco i dati reali: in Italia ci sono più persone con un lavoro e soprattutto con un lavoro di qualità, perché aumentano anche i contratti stabili, che danno la possibilità di progettare la propria vita. Questo è il senso di tutto, specie per i giovani: progettare il futuro. Ecco come stiamo cambiando il Paese con il Decreto Dignità. Questo è il messaggio che dovrebbe arrivare alle malelingue, quelle che dicevano, tra le altre cose, che con questo decreto avremmo distrutto l’Italia. I prossimi passi: giù le tasse, lotta agli evasori, salario minimo. E’ inaccettabile – ha concluso – che ci siano milioni di persone che prendono ancora 3 o 4 euro l’ora. Siamo in un paese civile, dove deve esistere il lavoro, ma non a qualunque costo. Non al prezzo della dignità“.